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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2011 alle ore 18:50.

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I Quasar sono oggetti noti da tempo e tutto sommato ancora piuttosto enigmatici. Sono lontanissimi da noi, fra gli oggetti celesti più lontani, verso i confini dell'universo conosciuto, hanno un aspetto quasi stellare come dice il nome stesso, ma emettono una quantità spaventosa di energia in modo continuo. Tanto per intenderci la energia espulsa è uguale a quella emessa, tutte assieme, da molte galassie, ognuna con i suoi miliardi di stelle. L'altra caratteristica di questi oggetti che emettono questa spaventosa quantità di energia è che la buttano fuori in tutte le lunghezze d'onda della radiazione elettromagnetica.

I Quasar sono però oggetti lontanissimi e le loro immagini sono estremamente deboli, come fare quindi per studiarli? Gli astrofisici dello Hubble Space Telescope Institute hanno utilizzato una lente di ingrandimento molto particolare e prevista un centinaio di anni fa da Einstein. Hanno utilizzato infatti la galassia che contiene il vorace buco nero vicino alla quasar come una lente gravitazionale.

Quando parliamo di masse come quella della galassia in oggetto, o anche la nostra, equivalente a miliardi e miliardi di volte quella del Sole, sappiamo che la gravità esercitata può deviare la luce esattamente come un magnete anzi una calamita può deviare, anche se leggermente, una pallina di ferro in corsa che le passi vicino. In questo modo si creano delle vere e proprie immagini fantasma che possono dirci molto sugli oggetti più distanti che altrimenti non avremmo alcuna possibilità con i pur sofisticati strumenti di oggi di poter studiare. In questo caso la luce del quasar è la pallina di ferro che viene verso di noi e la galassia, frapposta fra il quasar e noi, la calamita. Dalla deviazione della luce si possono sapere le caratteristiche fisiche del quasar come la temperatura, composizione moto.

La tecnica è molto complessa ma come abbiamo visto concettualmente molto semplice ed ha permesso di capire come il buco nero che sta al centro della galassia che si frappone fra noi e il quasar stesso stia attirando la polvere del quasar attorno e poi entro di sè . Per avere un'idea della precisione raggiungibile con questo metodo alle spaventose distanze di cui stiamo parlando, sui 13 miliardi di anni luce, possiamo fare un paragone: è come dalla Terra studiare un granello di sabbia sulla Luna.

Missione russo-cinese invece il prossimo 8 novembre verso la "paura". Nessun timore, è solo la traduzione italiana del nome di una delle due lune di Marte: Phobos, un enorme sasso schiacciato con uno strano cratere ad una delle estremità forma leggermente globalizzata ed una dimensione massima di circa 22 km. Si tratta probabilmente di un asteroide catturato da Marte, dato che proprio fra Marte e Giove è presente una fascia di asteroidi ben noti e studiati da tempo. Praticamente invisibile dalla Terra Phobos è l'oggetto di una missione molto ambiziosa con la Russia che torna su Marte dopo 15 anni.

La missione Phobos Grunt , dove grunt sta per "suolo" in russo, si prefigge di far scendere un lander sulla piccola luna marziana, prendere un campione del suolo e riportarlo a Terra. Questo mentre un piccolo satellite cinese, portato fino a lì dai russi, Yinghuo 1, si libererà e inizierà la sua orbita attorno a Marte per studiarlo. Dopo e oltre la Stazione spaziale infatti, nei piani cinesi, c'è anche Marte. E si stanno preparando.
I russi puntano molto su questa missione, che trasporta anche degli esperimenti biologici della California Institute of Technology, perché hanno già fallito esperienze di questo genere fin dal 1988.

Sempre l'8 novembre prossimo, mentre partirà il razzo Zenit da Baikonour in Kazakistan con la missione marziana di russi e cinesi, passerà dalle parti della Terra l'asteroide 2005 YU, un nome che sembra fatto apposta per ispirare diffidenza, ma che vuol semplicemente dire che stato studiato dal 2005.

Non è piccolo, quattrocento metri di diametro, ne abbiamo un'unica immagine presa dal telescopio di Areceibo e se cadesse sulla Terra potrebbe farci parecchio male, anche se non distruggerci. Passerà vicinissimo alla Terra, ma anche questo solo in termini astronomici: a 325.000 km da noi, un po' entro l'orbita della Luna. E tirerà dritto. Nessun problema per il nostro pianeta, l'orbita dell'asteroide è conosciuta bene e nulla può capitare secondo tutti i maggiori esperti. Un passaggio simile, di un diverso asteroide, si avrà solo nel 2028, almeno fra quelli già ben conosciuti. Nessuna paura quindi nonostante i soliti allarmismi in Rete non ci siano risparmiati neppure questa volta.

Con questo la settimana spaziale è finita ma all'orizzonte per il 28 novembre il lunedì del ringraziamento negli Stati Uniti c'è la partenza di "Curiosity", il rover marziano più perfezionato mai costruito, del costo nel corso di ben 2,8 miliardi di dollari. Studierà e per la prima volta anche inizierà ad analizzare il suolo marziano. Ma questo è un'altra storia, di cui parleremo a fine mese sperando che in Terra le cose si siano un po' raddrizzate.

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