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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2011 alle ore 13:23.

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L'uomo è andato sulla Luna due anni prima, la prima delegazione della Cina comunista arriva negli Stati Uniti con la diplomazia del ping pong. Intel lancia il suo primo microprocessore, si chiama 4004: è l'inizio di una rivoluzione, il simbolo di una tecnologia che cambia per un mondo che vuole cambiare, l'avvio di una trasformazione che porterà l'informatica e l'elettronica in tutti gli uffici, nelle case e non solo. É il 1971.

La tecnologia, grazie al silicio, in pochi anni diventerà più "democratica", quindi più diffusa ed economica. E il mondo, da lì in poi, non è più stato lo stesso. Una rivoluzione enorme, quella della microelettronica. Una rivoluzione che ha cambiato come poche altre la storia dell'uomo.
Il 15 novembre ricorre (per Intel almeno) il quarantesimo anniversario dall'introduzione del primo microprocessore, cioè il primo computer (inteso come Cpu, Central processing unit, l'unità di calcolo) implementato fisicamente in un unico circuito integrato e racchiuso in una scheggia di silicio. Il 4004 era questo: una micro-macchina logica in grado di eseguire elementari calcoli e funzioni in base a un programma software predefinito. Modificando il software era possibile fargli svolgere compiti differenti. Ai tempi dell'invenzione del microprocessore molti ingegneri sapevano come definire architetture di Cpu e realizzare progetti logici, ma nessuno prima, dell'Intel 4004, era ancora riuscito a realizzare un microprocessore monolitico in silicio. Negli anni Sessanta queste funzioni erano possibili utilizzando una serie di circuiti integrati (chip) interconnessi, prima ancora da una moltitudine di transistor e nei decenni antecedenti da valvole, ossia da migliaia di tubi termoionici.

Computer su un chip
Con l'avvento del microprocessore, oggi utilizzato dalla quasi totalità dei computer e dei dispositivi digitali (telefoni cellulari, stampanti, televisori e persino i computer di bordo delle auto), si materializza il concetto del componente che funge da "motore" di elaborazione dati, in grado di leggere, elaborare e scrivere informazioni in una memoria o verso altri dispositivi digitali. La costruzione dei microprocessori è stata resa possibile dall'avvento della tecnologia Lsi (Large Scale of Integration: da 100 a 10000 transistor), fondata sulla nuova tecnologia "Silicon Gate" sviluppata dall'italiano Federico Faggin, riconosciuto non a caso come il co-inventore del microprocessore, alla Fairchild semiconductors nel 1968: integrando una completa Cpu in un solo chip permise di ridurre significativamente i costi dei calcolatori.

La rivoluzione del 4004 è in primo luogo una rivoluzione nelle dimensioni: conteneva infatti, "incisi" su un chip, 2.250 transistor che fornivano una potenza di potenza di calcolo analoga a quella dell'Eniac, il primo computer interamente elettronico. Costruito nel 1946 per l'esercito americano, pesava una trentina di tonnellate e gli "armadi" che ospitavano le sue 17.500 valvole occupavano il volume di un grande salone. Il microchip di Intel era inserito invece in un involucro lungo circa due centimetri: un salto in avanti tecnologico enorme.


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