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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2011 alle ore 19:24.

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L'atmosfera lì è molto rarefatta e il paracadute frena molto di meno che nella nostra e non darà troppo aiuto. Per questo, dopo il primo strappo del paracadute, si aprirà un lander abbastanza simile a quello utilizzato per la Luna, almeno come estetica, che con i suoi quattro motori rallenterà la discesa fino a posare Curiosity dolcemente sul suolo marziano.
Il simpatico, e costosissimo, mezzo passerà due anni su Marte e con trapani laser e ogni sorta di strumento analizzerà al meglio il suolo marziano per trovarsi segni di vita. Atterrerà nei cratere Gale, selezionato dopo molti studi come il miglior luogo in cui cercare una qualche forma di vita passata o anche perché no, presente «magari fondata su elementi diversi da quelli che sono alla base della nostra o sviluppatasi con procedure e organismi diversi», ha dichiarato Mary Voytek, astrobiologa della missione.

Insomma basterebbe trovare un microbo, anche fossilizzato in una roccia, o uno di quegli organismi estremi, estremofili appunto, che vivono anche sulla Terra in condizioni pazzesche, come le solfatare o i ghiacciai, per rivoluzionare tutte le nostre conoscenze.

Marte è vicino, molto vicino, ma andarci è difficile. Fanno testo le 14 missioni russe, su 18, fallite prima di arrivare al pianeta o appena arrivate, e anche qualcuna americana. Occhi puntati su questa di MSL, Curiosity per gli amici, che ci fa ricordare i bei tempi dell'esplorazione spaziale quando i finanziamenti scorrevano a fiumi e non c'erano i problemi che ci sono oggi. Proprio nei giorni scorsi infatti il Congresso ha tagliato in modo cospicuo il budget delle Agenzie statali ed ora anche Nasa si trova a fare i conti su cosa tagliare o a cosa rinunciare per rosicchiare quasi un 20 per cento. E in cima alla lista c'è il grossissimo problema del telescopio spaziale JWST, i cui costi preventivi sono lievitati, per fare una battutaccia, letteralmente alle stelle, parliamo di miliardi di dollari in più, almeno 3. Se per Nasa le speranze di arrivare a Marte sono tutte aperte e valide, e tutti si fa il tifo per Curiositym altre due missioni sono in gravi problemi anche se per loro un lume di speranza c'è ancora.

La missione russo-cinese Phobos Grunt, lanciata dal Kazakistan una ventina di giorni fa, invece che prendere la strada per Marte è rimasta in orbita attorno alla Terra, senza controllo e senza rispondere ai numerosi tentativi dell'Agenzia russa Roscosmos di mettersi in contatto. Sembra addirittura che il software della sonda l'abbia messa in "safe mode".
La flebile speranza di recuperarla è stata rinvigorita martedì notte quando la grande antenna dell'Agenzia spaziale europea, Esa; a Perth in Australia è riuscita a mettersi in contatto per un attimo. Si spera ora di essere riusciti a capire come fare a riprenderne il controllo, a meno che non si tratti di un problema hardware del complesso satellite, che doveva arrivare su Marte scendere su una delle sue lune, la piccola Phobosdi soli 22 km, e ritornarne due etti di campioni a terra.

Di sicuro la sonda non può più arrivare a Marte partendo ora, deve aspettare il 2014. Stiamo quindi a vedere se i russi riusciranno o meno a ricondurla alla ragione, anche per non sprecare del tutto i circa 150 milioni di euro messi nella missione.

Sempre in queste ore la sonda giapponese Akatsuki, l'aurora, ha terminato le manovre di correzione della propria rotta sperando con questa di poter arrivare su Venere alla fine del 2015, dopo che lo scorso anno per un difetto un motore la manovra non era riuscita.
Insomma stando questi ultimi due missioni sembra che i nostri antenati quando coniarono il detto "ne' di Venere ne' di Marte ci si sposa o si parte" la sapessero più lunga di noi.

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