Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2011 alle ore 14:01.

My24

Nella migliore delle ipotesi, il mercato dei dischi fissi tornerà alla normalità entro il 2013. Parola di Steve Luczo, Ceo di Seagate. Ma questa è una delle aziende tutto sommato meno colpite dalla catastrofe thailandese. Il Paese è ancora bloccato dalla disastrosa alluvione che ha provocato centinaia di vittime. E ha di fatto bloccato una nazione intera: proliferazione di serpenti, cittadini senza cibo e senza casa, epidemie e acqua da purificare sono le emergenze, ma ci sono anche altre conseguenze dell'evento.

Riguardano l'industria informatica. Le fabbriche alluvionate hanno cessato la produzione di numerosi componenti elettronici, tanto che Apple è preoccupata per le conseguenze derivabili dall'emergenza in Thailandia. Gli hard disk sono quelli che, almeno in questa fase, stanno pagando il prezzo maggiore. In tutti i sensi: circa un terzo dei siti di produzione di dischi fissi si trova sul suolo tailandese. Come conseguenza, negli ultimi tre mesi il prezzo di una unità da 1 TB è schizzato da circa 100 dollari a oltre 260 dollari: più che raddoppiato. E siamo solo agli inizi. Abbiamo preso come riferimento il taglio di capacità più afflitto dal rincaro, ma è solo la punta dell'iceberg. Il consiglio è di acquistare subito un drive (interno o esterno), perché i prezzi sono destinati a salire nel prossimo futuro. E nel 2012 si potrebbe toccare il punto di non ritorno, con i magazzini ormai vuoi e la potenzialeimpossibilità di soddisfare tutta la domanda.

Sì, perché già oggi i rifornimenti sono sufficienti solo per produrre circa tra 110 e 130 milioni di hard disk a trimestre, ovvero circa il 35 per cento in meno rispetto ai 180 milioni di pezzi richiesti. Lo dice il sito Digitimes e lo conferma anche Luczo nell'intervista ad AllThingsD: i problemi maggiori saranno a carico dei produttori di notebook. Acer, per esempio, già prevede un incremento di due o tre punti percentuali del prezzo dei portatili nell'immediato futuro e la stessa prevede una diminuzione fino al 15% degli approvvigionamenti di unità, tanto da obbligare l'azienda a ritenere "incerto" l'impatto della situazione tailandese sui risultati del terzo trimestre fiscale. Ma anche Dell e HP sono alla finestra per capire che cosa stia succedendo e come procedere. E non sono le uniche. Produttori di dispositivi esterni, Nas e periferiche come Buffalo spiegano in questi termini la situazione: «A seguito delle pesanti inondazioni che hanno colpito la Thailandia a metà ottobre, la disponibilità di hard disk è veramente critica», spiega Massimiliano Guerini, sales manager in Italia. È un esempio di azienda che si affida a prodotti fabbricati da altri, quali «WD, Seagate e Toshiba per assemblare Nas e dischi esterni, per cui anche noi siamo in una situazione molto difficile. La produzione di dischi fissi Oem subirà un calo del 30% circa nel quarto trimestre e ciò influirà anche sulle vendite dei grandi produttori di pc. La prima conseguenza di questo shortage è stato il forte innalzamento dei prezzi, anche dell'80%; le fabbriche sono ancora inattive (la maggior parte) e quindi prevediamo che lo shortage possa continuare ancora per diversi mesi ad inizio del 2012».

Una voce nel coro. Western Digital ha aperto un sito, tradotto in italiano, per mantenere informati sulla situazione tailandese. In un documento esplicativo ufficiale l'azienda rassicura sulla fornitura degli slider (il componente che poi permette di gestire la testina) da parte di Sae/Tdk, e questa è già una buona notizia perché vuol dire continuare ad avere i componenti fondamentali; tuttavia le informazioni sulla ripresa della produzione nella nazione colpita dall'inondazione sono "in progress". «Presso gli stabilimenti inondati in Thailandia si effettuano l'assemblaggio di hard drive, il testing dei dischi e la produzione dei componenti slider. In queste fabbriche avviene il grosso della nostra produzione di slider», dice la nota di WD. Quindi sul territorio afflitto dall'emergenza umanitaria si producono circa il 60 per cento dei dischi di Western Digital, il resto avviene in Malesia. «Stiamo riscontrando scarsa disponibilità a livello di componenti dai fornitori che si trovano in altri parchi industriali tailandesi, anch'essi colpiti dalle inondazioni, o interessate da una chiusura protettiva gli impianti. Si tratta prevalentemente di componenti meccanici, che vengono prodotti a livello locale», continua la nota e poi sottolinea come sia ancora impossibile stabilire «quando le operazioni in Thailandia riprenderanno».

Questo avrà un impatto sui prezzi spiegato in questo modo: «la disponibilità limitata dei componenti attraverso la supply chain di Hdd e gli sforzi compiuti dai produttori per riportare i sistemi all'attività nel più breve tempo possibile possono avere l'effetto di far crescere i prezzi degli hard drive. Altri elementi di mercato lungo la catena distributiva (al di fuori del controllo dei produttori di hard disk) potrebbero anche avere un impatto sui prezzi». Ma perché così tante aziende operanti nello stesso segmento sono presenti nella medesima area? «La concentrazione industriale è una caratteristica comune di molti settori. Questo permette di ottenere sinergie in termini di costi, di ridurre i costi di trasporto e di massimizzare le capacità dei team di lavoro locali. Il mercato degli hard drive è fortemente competitivo. Di conseguenza, tutti i componenti della supply chain si focalizzano pesantemente sui costi in modo da rispondere alle esigenze di prezzo dei nostri clienti». Insomma, sono tutti "vicini" per rispondere a esigenze logistiche, di reperimento dei materiali e di gestione efficiente della produzione. Certo però in eventi di eccezionale drammaticità le scelte di mercato più logiche si trasformano in macigni. «Ci siamo abituati a vedere i dischi presenti in grandi quantità sugli scaffali e a prezzi di 60 dollari e ora costano 180 dollari, il triplo. E in alcuni casi il costo è addirittura quadruplicato», dice Jeff Solheim di Micro Center che non si dice ottimista per la stagione natalizia.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi