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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2011 alle ore 08:19.

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«Il successo dei territori dipende dal flusso delle idee e nelle aree più dense le idee sono nell'aria», dice Ed Glaeser nel suo Triumph of the City. Per farle circolare meglio, però, qualche supporto digitale non guasta. Le città del futuro non potranno farne a meno, se vorranno sopravvivere all'inurbamento. Proprio all'insegna della smart city sono riuniti a Firenze questo fine settimana oltre 400 sindaci da tutto il mondo per il consiglio dell'United Cities and Local Governments, la più grande organizzazione dei governi locali, con oltre mille città e 112 associazioni da 36 Paesi.
Già oggi, metà della popolazione mondiale è urbana e l'80% delle emissioni a effetto serra viene prodotto dalle città. I consumi energetici e i trasporti sono i principali responsabili. Per tagliare le emissioni bisogna cambiare abitudini, negli spostamenti, nella gestione dei rifiuti, nella logistica, nel lavoro, nell'intrattenimento. «Le città sono i loro abitanti, ma i governi delle città devono fornire la cornice giusta per passare dall'intelligenza collettiva all'azione collettiva», spiega Nicola Villa, responsabile globale di Cisco per l'innovazione urbana. In pratica, la sostenibilità in tutte le sue forme deve diventare semplice. E uno strato di intelligenza digitale sulle reti urbane è il modo più efficace per innescare questa rivoluzione dal basso.
Quando sta in casa, il nostro moderno homo civicus deve poter misurare in tempo reale i suoi consumi energetici e avere un controllo totale sulle sue possibilità di tagliare i costi. La lettura del contatore dev'essere immediata e comprensibile, come succede agli abitanti di Stuttgart e a pochi altri fortunati in Europa. Dev'essere facile allacciarsi al teleriscaldamento oppure installare i pannelli solari sul tetto. Gettare i rifiuti nei contenitori per la raccolta differenziata dev'essere comodo e magari persino comportare un vantaggio economico, come succede a Philadelphia con la sua RecycleBank, dove le immondizie riciclate vengono pesate con un sensore e si viene pagati in buoni per il supermercato a seconda del peso.
Quando si sposta, deve poter sapere qual è il percorso più conveniente nelle attuali condizioni meteorologiche e di traffico, deve avere le informazioni giuste sugli orari del tram e della metro, sulle possibili coincidenze con le ferrovie leggere, sui parcheggi del car sharing e del bike sharing come a Boston, deve poter usare una sola tesserina digitale per spostarsi su tutti questi mezzi di trasporto, capace di capire da sola qual è la tariffa più conveniente come a Londra. E naturalmente i diversi mezzi devono funzionare a dovere, non piantarlo ad aspettare per ore, altrimenti la volta dopo prenderà la macchina e intaserà le strade. Le colonnine di ricarica dell'auto elettrica devono essere ragionevolmente vicine e i costi dell'energia erogata non devono essere troppo esosi. A Firenze e ad Amsterdam, ad esempio, per ora le ricariche sono gratis. «Non è un caso che abbiamo già 5mila mezzi elettrici in circolazione», fa notare Simone Tani, dirigente del Comune di Firenze.
Quando paga le tasse comunali, l'abitante della nuova polis deve sapere che il Comune gestisce la sua illuminazione, il suo riscaldamento, le sue flotte, lo smaltimento dei rifiuti e la depurazione delle acque in maniera efficiente e sostenibile, deve poter accedere facilmente ai dati che gli servono e deve poterli utilizzare liberamente per contribuire con le sue idee allo sviluppo dell'ambiente urbano.
Quando lavora, il cittadino deve poter usufruire di servizi di banda larga a costi ragionevoli, inserire il suo negozio o la sua piccola azienda in una rete urbana che lo renda visibile sulle mappe digitali e che faciliti la sua localizzazione, come succede a San Francisco o ad Amsterdam, e deve potersi collegare con il cellulare o con il laptop a un Wifi anche all'aperto, come succede nei cento Comuni che hanno adottato i sistemi intelligenti di Telecom Italia. «Ai nostri sistemi di telecontrollo dei lampioni si possono abbinare, pur con risorse finanziarie limitate da parte dell'amministrazione locale, diversi servizi per rendere migliore la vita dei cittadini, tra cui una rete di punti di accesso Wifi e un sistema di videosorveglianza, che aumenta la sicurezza per tutti», spiega Gianfilippo D'Agostino, responsabile Public Sector di Telecom Italia.
Telecom partecipa anche allo sforzo di Genova, Torino e Bari, i Comuni italiani che si sono candidati al primo bando europeo da 80 milioni basato sull'iniziativa Smart Cities and Communities, che verrà assegnato tra gennaio e febbraio. E l'ottavo programma quadro dall'anno prossimo metterà in palio ben 11 miliardi sugli stessi temi.
«Per liberare le energie degli abitanti delle città non ci vuole molto, in particolare in Italia, dove le persone sono rapide nelle reazioni e hanno già una mentalità di sviluppo a rete, come si vede dall'economia dei distretti – commenta Villa –. I due pilastri di questa rivoluzione sono una buona disponibilità di banda larga e una grande apertura da parte dei governi locali». Nelle città dove questa rivoluzione è in corso, da Berlino a Copenhagen, da Singapore a Boston, la pianificazione urbana si trasforma da un processo lineare top down a un'aggregazione partecipativa bottom up. Le applicazioni, una volta aperti i database in maniera intelligente e sicura, nascono dalle piccole imprese sul territorio. Un modo per battere la crisi con poco budget e molti cervelli in movimento. In Italia, con solo 21 connessioni broadband fisse ogni cento abitanti e una selva legislativa in materia di privacy, le barriere per l'innovazione restano preoccupanti. Ma l'Italia è anche il Paese con la più alta percentuale di pagine Facebook per abitante e su questa propensione alla partecipazione digitale si può costruire.

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