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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2012 alle ore 16:54.

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Al via domani la liberalizzazione dei domini web di primo livello. L'Icann, l'ente non profit di autoregolamentazione della rete (il nome sta per Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) aveva già annunciato sei mesi fa che a gennaio sarebbe iniziata una nuova era in cui ciascuno avrebbe potuto registrare la parte più a destra di un indirizzo web con una combinazione di lettere a suo piacimento.

Sino a questo momento erano 22 i domini di primo livello disponibili (come .gov, .com, .edu) e altri 250 di livello nazionale (come .it, .uk, .fr). La mossa dell'Icann, fortemente voluta dal suo presidente e amministratore delegato uscente Rod Beckstrom, apre un mondo di nuove possibilità. Per chiunque sarà possibile registrare un dominio composto da qualsiasi combinazione di lettere e numeri, come ad esempio .mariorossi.
Gli unici requisiti stabiliti da Icann sono che la registrazione venga fatta da un soggetto che abbia pertinenza con il nome in oggetto e che sia in grado di pagare i 185mila dollari richiesti per la registrazione da parte dell'Icann.

Un terzo di questa cifra, si è premurato di informare l'ente non profit, sarnno accantonati in un fonde per coprire le eventuali spese legali di procedimenti che possano scaturire da controversie legate a chi registra i nomi di dominio, mentre un'altra parte verrà impiegata per la "due diligence" necessaria a capire se effettivamente i soggetti che vogliono registrare i nomi di dominio ne abbiano effettivamente i requisiti.

Questo pone ottime opportunità per le aziende: anziché basarsi sui soliti fiat.it o cocacola.com, adesso sarà possibile registrare domini come "500.fiat" oppure "drink.cocacola". Questa rivoluzione dei nomi, che segue una attività di intensa trasformazione della natura stessa dell'Icann voluta da Beckstrom due anni fa quando ne ha accettato la direzione, nessuno sa dove potrà portare.

Uno dei primi effetti già rilevato da qualche settimana è l'interesse da parte delle amministrazioni locali alla registrazione dei loro domini. Ad esempio, città americane come New York, San Francisco e Las Vegas e città europee come Londra, Parigi e Berlino sono al lavoro per ottenere i domini e poter così strutturare nuovi siti che possano attirare maggior attenzione da parte dei turisti. Anche Firenze è una delle prime città ad essersi attivata in Italia. Icann prevede che avrà almeno 1500 richieste di registrazione a partire da domani. Tra le aziende che hanno annunciato l'intenzione di registrare il dominio, Hitachi (.hitachi), Canon (.canon) e Deloitte (.deloitte).

Nei mesi scorsi Icann aveva dato il via tra molte polemiche ad altre "rivoluzioni", a partire dall'introduzione della possibilità di utilizzare altri alfabeti oltre a quello latino (e quindi quello greco e cirillico, ma anche gli ideogrammi e i simboli sillabici cinesi, coreani, giapponesi, ebrei e arabi, oltre alle lettere accentate dell'alfabeto latino) per la scrittura degli indirizzi web grazie alla tecnologia Unicode che consente ai moderni browser di accettare un set di simboli maggiore di quelli dell'alfabeto occidentale nella versione più semplice utilizzata negli Stati Uniti senza accentazioni. Inoltre, Icann aveva avviato anche la registrazione di una nuova serie di nomi di dominio relativi ad "aree di interesse" tra i quali aveva attirato l'attenzione il dominio ".xxx" per i siti pornografici.

Tutte le iniziative del nuovo corso di Icann derivano dall'impulso del suo nuovo Ceo, Beckstrom, che da due anni e mezzo guida l'ente non profit creato dal governo degli Stati Uniti. Beckstrom, che in questi mesi sta presentando con una serie di incontri in tutto il mondo il potenziale della nuova liberalizzazione del web, ha già annunciato che ad agosto, quando scadrà il suo mandato, non accetterà un nuovo incarico e lascerà definitivamente la sua attività in seno all'Icann. Imprenditore, consulente (ha scritto libri sul pensiero laterale e sul modo di fare affari nel XXI secolo), Beckstrom è stato duramente contestato per le decisioni prese alla guida dell'Icann, con la partecipazione del consiglio di amministrazione.

Centinaia di aziende e decine di governi hanno protestato più volte per quella che ritengono sia una rivolzione inopportuna e che stravolge, dopo venti anni anni, il modo in cui si naviga il World Wide Web e cioè la piattaforma commerciale e di business più importante del pianeta. "Non è stato fatto nessuno studio sull'impatto economico e sulle conseguenze di questa rivoluzione, che si può facilmente rivelare un disastro per i grandi brand, per le aziende presenti in rete con investimenti massicci e per l'intero ecosistema della rete, soprattutto visto che è la decisione è stata presa da un gruppetto di persone senza alcuna consultazione esterna", ha dichiarato alla stampa l'United States Interactive Advertising Bureau.

Inoltre, Beckstrom, che ha più volte detto di voler cercare un modello di sostentamento economico dell'Icann per svincolarlo dal controllo anche finanziario del governo americano e "aprirlo" alla partecipazione di altri governi e paesi, è anche stato duramente criticato da alcuni stati (in particolare Cina, Russia e vari paesi emergenti) che vorrebbero avere un ruolo più forte e presente all'interno dell'ente per l'autogoverno del web.
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