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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2012 alle ore 08:17.

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di Luca De Biase
Thomas Kuhn ha contribuito a cambiare per sempre la concezione occidentale del progresso scientifico. Non più un'accumulazione lineare di conoscenze ma una serie di cicli: nel periodo in cui tutti accettano un certo paradigma – l'universo tolemaico, per esempio – gli scienziati non fanno che risolvere rompicapo, adattando passo per passo la teoria e le osservazioni; poi, molto raramente, una nuova idea si fa strada nella mente di pochi pionieri – per esempio, l'universo copernicano – che vedono la questione che li interessa in modo totalmente nuovo. Questi appaiono all'inizio come dei folli che mettono in discussione saperi abituali e talmente radicati da apparire ovvi. Se la loro teoria si adatta meglio alle osservazioni, lentamente, si fa strada prima il dubbio e poi la convinzione che abbiano ragione. Ma la loro vittoria arriva, spesso, grazie a un aspetto apparentemente meno "scientifico" della loro teoria: arriva quando si vede che la loro spiegazione è più elegante, più bella, di quella che combattono. Forse perché un cambio di paradigma convince anche attraverso le emozioni e, più in generale, la visione del mondo.
La confluenza di "bellezza" e "verità" è un'idea che non combacia certo con l'epistemologia e l'estetica attuali, discipline che oggi rifuggono dagli assolutismi. Ma sullo sfondo, è difficile negare che vi sia una relazione tra il piacere estetico generato da una bella spiegazione e la sua capacità di conquistare il consenso. Ed è intorno a queste questioni che indaga Edge in questo inizio del 2012 lanciando al prestigioso gruppo di intellettuali che vi collaborano una domanda apparentemente autobiografica: "Qual è la spiegazione che preferisci dal punto di vista della profondità, dell'eleganza e della bellezza"? Come si legge sul sito guidato e animato da John Brockman, la domanda di Edge per il 2012 è stata pensata da Steven Arthur Pinker, psicologo sperimentale e scienziato cognitivo, ed è stata discussa con Stewart Brand, Kevin Kelly e George Dyson che fanno parte del gruppetto di intellettuali che più intensamente collaborano alle indagini sul futuro condotte da Edge. E le risposte non deludono. Anzi, rafforzano, se ce ne fosse stato ancora bisogno il senso profondo del percorso culturale di Edge: la rottura dei muri che separano tradizionalmente le specializzazioni scientifiche e l'approccio interdisciplinare alla ricerca, in quest'epoca di grandi trasformazioni, non sono soltanto una preferenza intellettuale o slogan modaioli, ma vere e proprie precondizioni di un'esplorazione delle sorgenti stesse della conoscenza innovativa. Non per nulla, nelle risposte emerge per esempio il rapporto stretto che intercorre tra l'interpretazione delle osservazioni compiute dagli scienziati e le metafore che popolano i loro pensieri, come fa osservare la psicologa Simone Schnall. Non per nulla il filosofo Thomas Metzinger sottolinea l'energia cognitiva dell'intuizione estetica, mentre un artista come Brian Eno, facendo eco alle indagini del Nobel per l'Economia Daniel Kahneman, ricorda come spesso l'intuizione ci possa condurre all'errore e come la ragione sia a sua volta generatrice di bellezza. Del resto, la contestazione dei confini disciplinari è la premessa dell'attualmente sempre più necessario rinnovamento culturale. Perché i confini sono potere e la crescita culturale è felicità, come testimonia uno scienziato che ha dedicato la vita a comprenderne le dinamiche come Mihaly Csikszentmihalyi. Che sceglie di rispondere a Edge ricordando la frase pronunciata nel 1887 da Lord Acton: «Il potere tende a corrompere e il potere assoluto tende a corrompere assolutamente». E commenta: «Sarebbe bello se l'idea di Acton si potesse sviluppare in una vera e propria spiegazione delle egemonie culturali del nostro tempo, la fede cieca nella scienza e la devozione per la "mano invisibile"». Esplorando le quasi duecento risposte alla domanda proposta da Pinker, Brockman e compagni, l'indagine diventa a sua volta un'esperienza di fascinazione. Il piacere dell'intelligenza è una fonte rinnovabile di energia intelletuale.

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