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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2012 alle ore 12:51.

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I neutrini allora sono o no più veloci della luce ? Da ieri sera in tutti e cinque i continenti rimbalza una notizia strabiliante: un cavo infilato male in un computer avrebbe provocato un errore madornale di misura, roba da prima elementare, in uno degli esperimenti più costosi di fisica nucleare che aveva prodotto lo scorso settembre il risultato del secolo: la velocità della luce è stata superata. E il povero Albert Einstein andava in soffitta con la sua Teoria della relatività ristretta. Sgomento o soddisfazione, a seconda dei punti di vista.

Solo che non è propriamente così, vediamo come è andata.
OPERA è un esperimento di fisica nucleare molto importante, in cui l'Italia è presente in prima persona, accanto al Cern, il grande Centro europeo di ricerche nucleari. Si tratta di capire alcune sofisticate proprietà del neutrino, una particella elementare senza carica elettrica e particolarmente difficile da catturare. Intrappolarla per esaminarla non è semplice, dato che reagisce con la materia solo quando è a distanze incredibilmente piccole da altre particelle, e non perché come viene spesso riferito è "neutra". Una particella poi parecchio "italiana", se mai si può dare una nazionalità a queste cose, dato che Fermi ne ipotizzò l'esistenza nel secolo scorso.

Per capire come è fatto questo neutrino, che proprietà ha e come cambia durante la sua effimera vita l'esperimento OPERA, guidato dall'Italiano Antonio Ereditato, "spara" come dicono i fisici, dei fasci di neutrini da Ginevra, dove vengono prodotti e instradati tramite un breve tunnel che serve come "canna di fucile" , verso il Gran Sasso, in Italia, dove stanno, scavati sotto il monte, i Laboratori Nazionali dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Lo scopo principale dell'esperimento è capire come arrivano al Gran Sasso, se sono cambiati rispetto alla partenza di Ginevra. Il percorso, sotterraneo per via della curvatura terrestre, è di 732 chilometri e, alla velocità della luce, 300.000 chilometri al secondo, viene coperto in pochi millesimi di secondo.

Esperimento importantissimo perché di neutrini , pensiamo, sia pieno l'universo e anzi sono prodotti a miliardi ogni secondo anche nelle verdure che mangiamo, che ovviamente contengono tracce minime di materiale radioattivo che decade. Nessun problema comunque, non ci fa male.
Come sottoprodotto dell'esperimento principale ecco l'annuncio di settembre, dato con tutti i crismi della pubblicità e della trasparenza: a noi risulterebbe che i neutrini siano arrivati qui al Gran Sasso con una velocità superiore, di poco ma superiore, a quella della luce. Sarebbero arrivati 60 milionesimi di secondo prima. Attenzione, disse allora Ereditato, il risultato è troppo importante, stiamo ricontrollando tutto, pezzo per pezzo, speriamo qualcuno rifaccia l'esperimento in altri posti.
Sono centinaia gli effetti che potrebbero aver inficiato la misura e ora viene allo scoperto il presunto colpevole : «Quello che abbiamo emanato oggi come comunicato, e rapporto tecnico, è semplicemente una sorta di bollettino medico dell'esperimento. Abbiamo individuato la più probabile fonte di un possibile errore, ma non sappiamo se ci sia stato o meno, non siamo in grado di dirlo. Per questo a marzo ricominciamo puntando gli occhi su questi due elementi».

Che sarebbero poi un cavo ottico, che potrebbe aver dato luogo a riflessioni nel punto di contatto con il computer cui si attaccava, determinando quindi un errore di misura e una scheda di misura del tempo tramite il segnale Gps. Sembra banale, ma rendiamoci comunque conto che OPERA è un esperimento che solo di elettronica sembra una casa di due piani ricoperta di schede e computer e non è stato di sicuro uno scherzo verificare centinaia di possibili fonti di errore a livello del milionesimo di secondo.

«La teoria della relatività ristretta è una costruzione geometrica e non può essere accettata in parte. O tutto o nulla, per questo molti di noi erano cauti sul risultato. In definitiva, ora staremo a vedere, comunque questo processo dimostra che la scienza riesce ad autocorreggersi e tornare a investigare», dice Roberto Battiston di Infn. E infatti fin da settembre la fisica, italiana e non, si era messa a discutere, e spesso strillare, in quel particolare e antidiluviano social network che usano gli scienziati, ossia la posta elettronica. Centinaia di mail al giorno di critica, supporto o sfiducia o anche consigli. Tutto ovviamente motivato, nella scienza non esistono le opinioni se non sono suffragate da prove. Una specie di Habeas Corpus della ricerca.

«Ricominciamo appena possibile – conclude Ereditato – e ora sappiamo dove tenere gli occhi puntati» . Quindi, anche se parecchi fisici pensano che questa sia la prova definitiva che l'ipotesi dei neutrini superveloci era sbagliata punto e basta, OPERA ci da appuntamento a quest'estate per la parola fine. O magari anche un po' prima se i neutrini saranno veramente più veloci della luce …..

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