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Questo articolo è stato pubblicato il 29 febbraio 2012 alle ore 10:04.
I dati rilevati a fine gennaio 2012 parlano chiaro: Google Plus, nato per gettarsi nella mischia delle piattaforme sociali, in realtà è il concorrente che meno preoccupa i rivali. Facebook continua a guardare tutti dall'alto con visite medie di 405 minuti per utente al mese, poi Tumblr e Pinterest con 89 minuti e, con ulteriore notevole distacco, Twitter (21 minuti per utente al mese), LinkedIn (17) e MySpace con 8 minuti. Google Plus viene visitato mediamente solo per 3 minuti al mese da ogni utente.
Dati spuri, ai quali vanno cucite addosso alcune rapide considerazioni: il rapporto Facebook – Twitter dice poco; i tempi necessari alla consultazione dei propri profili sulle due piattaforme non sono minimamente comparabili e un confronto sulla base dei minuti è pressoché improponibile. Va sottolineato anche che chi possiede un account Gmail ne possiede anche uno Google+ e questo sminuisce ulteriormente il triste dato dei 3 minuti fatto registrare dalla piattaforma e anche la crescita esponenziale degli utenti; va ricordato che né Facebook né Twitter hanno attirato tanti utenti in pochi mesi.
Il verdetto è lapidario, almeno per quanto riguarda l'aspetto social, motivo che porta a pensare che nelle menti di Mountain View vi sia un disegno, magari non propriamente machiavellico, orientato a dare all'ultimogenito una connotazione completamente diversa da quella attuale. Gli utenti registrati sono 90milioni, un numero consistente che BigG intende certamente monetizzare, anche se il confronto Facebook versus Google + al momento è imbarazzante: 135 minuti a 1.
Larry Page è ancora dell'idea che Google+ sia un «competitor robusto nel panorama delle reti sociali», a discapito dei poco incoraggianti dati fino a qui raccolti, e gli fa eco il ceo Eric Schmidt il quale, dal Mobile World Congress, ribadisce che la ricerca sul motore per antonomasia sarà sempre più personalizzata. Tutto questo non può essere inteso come una follia, per quanto temporanea, dei vertici di Mountain View: rafforza piuttosto l'impressione che BigG non abbia ancora scoperto tutte le proprie carte e Google Plus diventerà qualcosa di completamente diverso da quel (poco) che è oggi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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