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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2012 alle ore 09:04.

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Google è di nuovo nel mirino delle autorità americane ed europee per violazione della privacy, una trasgressione che potrebbe costarle centinaia di milioni di dollari di multe.

Questa volta oltretutto l'accusa contro il colosso internet, da molti sospettato di essersi trasformato in una sorta di Grande Fratello digitale, è doppia: Google non solo non avrebbe protetto la privacy dei suoi utenti, in particolare dei proprietari di computer e telefonini Apple, ma li avrebbe anche ingannati inserendo surrettiziamente nel browser Safari i dispositivi digitali noti come cookies anche quando l'utente aveva espressamente optato per non riceverli.

L'inchiesta è stata avviata in Usa dalla Federal Trade Commission e da un gruppo di Stati, mentre in Europa è partita dalla Commission nationale de l'informatique e des libertes francese, che a sua volta stava già investigando sulla legalità delle nuove direttive di privacy imposte agli utenti di tutto il mondo partire dal primo marzo. Google ha ammesso ieri di avere creato un collegamento temporaneo tra il browser Safari installato sui prodotti Apple e i propri server, ma solo per determinare se gli utenti erano abbonati a Google e desideravano ricevere messaggi pubblicitari mirati; la società ha difeso la legalità della prassi, peraltro cessata, e si è impegnata a cooperare con le autorità.

Le autorità, americane ed europee, potrebbero tuttavia irrigidire le proprie posizioni di fronte a una società recidiva. L'anno scorso la Federal Trade Commission aveva accusato Google di una simile violazione di privacy, quella volta contro gli abbonati al servizio Buzz le cui mail venivano parzialmente rese note ad altri a loro insaputa. In quell'occasione Google si era impegnata a offrire totale trasparenza nella privacy, e quindi quest'ultima trasgressione potrebbe costarle cara: 16.000 dollari al giorno per ciascuna violazione di privacy per utente, a cui potrebbero sommarsi multe di 5.000 dollari al giorno per violazione per utente imposte da ogni Stato, un totale che potrebbe rapidamente salire a diverse centinaia di milioni.

Anche per le autorità francesi l'ennesima mancanza di Google, anche se a sua detta non intenzionale, non è una novità. La Commission nationale de l'informatique e des libertes l'anno scorso aveva imposto a Google una multa di 100.000 euro per avere raccolto password e altre informazioni personali a chi usava la mappa online Street View. Anche in quell'occasione Google aveva chiesto scusa e promesso di cancellare tutte le informazioni raccolte surretiziamente e illegalmente.

Quest'ennesimo episodio di violazione di privacy, volontario o involontario che sia, sottolinea le sfide per i colossi internet alla ricerca di crescenti fette del mercato pubblicitario online, la loro principale fonte di reddito. Ieri la notizia delle inchieste è stata accolta con una certa indifferenza a Wall Street dove i titoli Google hanno guadagnato lo 0,7 per cento.

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