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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 10:57.
L'atteso sorpasso è avvenuto prima del previsto e sarà ufficializzato il 27 aprile: Samsung ha superato Nokia come primo produttore mondiale di telefonini per volumi di vendite. Il gruppo sudcoreano mette fine alla leadership finlandese durata 14 anni: nel primo trimestre 2012, secondo la media delle previsioni degli analisti, dovrebbe aver venduto intorno a 90 milioni di dispositivi, di cui quasi la metà smartphone (lo annuncerà verso la fine del mese), mentre la società finlandese ha comunicato l'altro ieri di aver consegnato nello stesso periodo 83 milioni di pezzi (di cui solo 12 milioni di smartphone).
La rivoluzione al vertice globale è impressionante: quando Nokia scavalcò Motorola al primo posto, Samsung era solo da poco entrata nel settore. L'azienda americana, dopo varie vicissitudini, sta per essere in buona parte assorbita da Google: l'interrogativo è ora quante carte punterà in proposito il colosso dei motori di ricerca, una volta che l'acquisizione di Motorola Mobility sarà completata tra alcuni mesi. Sarà una discesa in campo in diretta concorrenza con le tante società che utilizzano il suo sistema operativo Android. Proprio il successo dei dispositivi basati su Android commercializzati a prezzi concorrenziali da vari operatori asiatici ha accelerato il declino di Nokia sui mercati emergenti. La società finlandese ha perso ieri in Borsa un altro 7%, dopo il tonfo del 15% di mercoledì seguito all'annuncio che la divisione mobile sarà in perdita per tutto il primo semestre: la sua capitalizzazione è ora un decimo rispetto al 2007, l'anno in cui Apple lanciò il suo iPhone dando il via al boom degli smarthphone.
Molti investitori sono sempre più perplessi sulla strategia di Stephen Elop. il ceo venuto da Microsoft che all'inizio dell'anno scorso ha deciso il passaggio dal sistema Symbian a quello Windows del suo ex datore di lavoro. Con il risultato di intrappolare Nokia tra il precipitoso crollo del mercato Symbian e il lento decollo dei prodotti a software Microsoft e metterla a rischio di takeover (specie se dovesse poi dare segni di recupero).
Intanto Sony conta di riguadagnare buona parte del terreno perduto nel settore: ieri il nuovo ceo Kazuo Hirai, promettendo di "cambiare" la società dopo il rosso annuale record per 520 miliardi di yen, gli ha assegnato un ruolo-chiave e un obiettivo di vendite per 1.800 miliardi di yen nell'anno fiscale 2014, con un "significativo" miglioramento della redditività. Sony conta di "fare leverage in modo aggressivo" sul combinato tra le sue tecnologie e i suoi asset nei contenuti (musica, giochi, cinema). Hirai ha confermato i 10mila tagli, con oneri di riassetto per 75 miliardi di yen nell'esercizio corrente, e fissato un obiettivo di ricavi consolidati per 8.500 miliardi di yen nell'annata 2014-2015, con un margine operativo oltre il 5% e un Roe al 10%. Sony punterà anche su nuovi business, dal medicale alle batterie per auto elettriche.
(S.Car.)
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