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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2012 alle ore 08:17.

Un mondo virtuale di interazione in uno spazio reale. «Un aspetto interessante - osserva il professore di Yale da tre anni emigrato negli Stati Uniti - è che mentre la circolazione dei messaggi è globali, il loro impatto è locale». La primavera araba deve chiaramente moltissimo a twitter, ai telefonini, ai social network. Ma quella stagione di protesta non si esaurisce nella comunicazione della rivolta a un pubblico più vasto. È stato anche un modo per far incontrare il movimento. Le immagini atterravano non solo sui telefonini di tutto il mondo ma anche su quelli di coloro che vivono sulle strade della protesta. Erano il media per tenersi in contatto, per incontrarsi, per mobilitarsi sul territorio. Trovarsi in un posto preciso sapendo che qualcuno dall'altra parte del mondo era testimone di quanto stava accadendo ha reso quella protesta un evento unico. «Le immagini dei morti e delle manifestazioni - racconta il professore - erano riprese a Times Square. Questa piazza è oggi un luogo di schermi multimediali attraverso cui i cittadini si incontrano e osservano il mondo».
Nascono e interagiscono nuove funzioni, come un rinnovato bisogno di spettacolo (a cui rispondono per esempio le facciate multimediali) o la necessità di controllo (con le telecamere di sorveglianza). Nuove forme di condivisione sociale: collettività e vita pubblica sperimentano inedite modalità d'incontro. E si afferma una nuova economia basata sulla creatività e su un approccio creativo alla vita. Il nuovismo nasconde però controllo, intercettazione, censura e un rischio vero di digital divide che esclude quella parte di popolazione low tech e che non ha risorse per accedere ai media digitali. Come una Matrioska le città rischiano di custodire sottomondi, sotterranei molto, forse troppo reali.
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media city in triennale
Guru, architetti, tecnologi. «Media City: new spaces, new aesthetics» è un seminario internazionale che si svolgerà alla Triennale di Milano dal 7 al 9 giugno. Interverranno guru come Henry Jenkins, architetti affermati come Kurt W. Forster, Mirko Zardini, Pierluigi Nicolin, giovani architetti di Yale, studiosi di media e contesti urbani come Vinzenz Hediger e Will Staw, tecnologi come Alfonso Fuggetta, studiosi dell'organizzazione urbana come Giuliano Noci, studiosi di estetica come Mauro Carbon. Il convegno è coordinato da Francesco Casetti (nella foto), professore di cinema e media alla Yale University.


Il transito di Venere online
Mercoledì 6 giugno, pochi minuti dopo mezzanotte Venere entrerà nel disco del Sole e apparirà come una sorta di neo in movimento. L'evento è visibile in diretta sul web: www.lanottedivenere.it

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