Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 16:55.

My24

Secondo alcuni analisti Facebook avrebbe gli anni contati. Ne è talmente convinto Eric Jackson di Ironfire Capital Founder da avere anche dichiarato la data dello switch-off: 2020 (vota il sondaggio: cosa ne pensi?). Secondo il suo parere il crollo del 30% del prezzo delle azioni a sole due settimane dalla quotazione è un indice attendibile e, altro parametro che non viene sottovalutato, non fanno testo il miliardo di utenti iscritti quanto gli utenti non attivi e quelli che utenti non sono.

Il disegno di Jakcson è macroscopico: il periodo organizzativo del web ha visto trionfare Google e Yahoo!, l'era sociale – quella attuale – è dominata da Facebook e dalle altre reti, si va verso una nuova epoca, quella che vedrà emergere il mobile-web. Ed è proprio questo il cambiamento tecno-climatico che porterà all'estinzione della creature di Zuckerberg, paragonata ad un dinosauro troppo grande per potere adattarsi ad un altro cosmo. Fino a qui poco da eccepire e ancora meno da confermare; i reali motivi che hanno spinto Facebook ad investire nel mobile sono noti (Instagram, Glancee, Gowalla e probabilmente Opera) e non destano più stupore. Anche la fossilizzazione di Facebook non stupisce nessuno, tanto è vero che è riportata nella voce "rischi" della documentazione presentata per l'IPO.

Ciò che non viene espressamente detto ma che andrebbe opportunamente soppesato sul piatto dei pro e dei contro riguarda proprio i due giganti della ricerca citati da Jackson: Yahoo! è in declino e Google ormai ha esteso le proprie funzionalità ben oltre al mero motore di ricerca, entrambe condizioni non facilmente pronosticabili soltanto pochi anni fa. Ma anche da questo punto di vista nulla di nuovo: chi avrebbe scommesso sulla caduta del muro di Berlino pochi anni prima che venisse abbattuto? L'unica differenza è che sul web l'acqua scorre più velocemente: un panta rei digitale che comprime i tempi ma non modifica il corso degli eventi.

Facebook, Google e concorrenti sono nati in un'epoca che avrà forte impatto sulla loro durata di vita, la cui speranza è direttamente proporzionale alla capacità di cambiare per migliorarsi: Yahoo! non ce l'ha fatta, Google (nonostante qualche svarione) sembra trovare il proprio percorso evolutivo, Facebook dovrà trovarlo, tracciarlo e percorrerlo.
L'obiezione di fondo che si può sollevare alle certezze di Jackson riguarda i dati. Che fine faranno? In balìa di chi? Verranno conservati, riutilizzati oppure definitivamente cancellati? Il futuro di Facebook potrebbe non essere roseo ma, ad oggi, pensare ad un crollo verticale sembra davvero impossibile, anche in virtù delle domande a cui è proibitivo dare risposta, almeno per il momento. A supporto della morte annunciata del social network per eccellenza si può tranquillamente dire che, in realtà, il web nel 2020 potrebbe essere completamente diverso e che i giganti di oggi saranno solo ricordi, ciò equivale a fare per gli analisti una previsione sul lunghissimo periodo nella vita reale, con buone possibilità di indovinare.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi