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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2012 alle ore 12:41.

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Fabiola Gianotti e Peter Higgs (Afp)Fabiola Gianotti e Peter Higgs (Afp)

Daniela Bortoletto è italiana, è professore in USA, alla Purdue University, un posto prestigioso e fa parte anche del team che lavora a Ginevra all'esperimento CMS, uno dei due giganteschi macchinari, tonnellate e tonnellate di ferro, cavi, elettronica che ha scovato l'elusivo bosone di Higgs, con una precisione tipo una parte su un milione. Simpaticamente ci dice che è un "cervello americano in fuga in Europa", dato che lì una macchina come LHC hanno deciso, ancora anni fa, di non costruirla.

Ma la fisica italiana si distingue comunque non solo per la quantità dei ricercatori coinvolti, si parla a spanne di 600 persone, ma anche per la loor qualità sempre alta, in questi gruppi non si sta scaldare la sedia, e spesso altissima. Sergio Bertolucci è infatti il direttore scientifico di tutto il CERN, il più grande centro scientifico al mondo, e Fabiola Giannotti è a capo delle migliaia di fisici che lavorano all'esperimento ATLAS, gusto per fare due esempi ben importanti.

Ovviamente anche a Roma, dove si è svolta una conferenza stampa nella splendida sede dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, grande soddisfazione. Per tutti le parole del Presidente INFN Fernando Ferroni "I risultati presentati oggi dagli esperimenti ATLAS e CMS al CERN rappresentano un passo in avanti di straordinaria importanza per la conoscenza dell'Universo e dimostrano quanto la fisica delle alte energia sia entusiasmante, utile e necessaria allo sviluppo."

Ferroni ha giustamente messo anche in luce anche come "le tecnologie estreme impiegate negli esperimenti a LHC sono già state il punto di partenza per realizzare apparecchiature innovative quali ad esempio la Tomografia a Emissione di Positroni (PET) e i magneti ad alto campo della Risonanza Magnetica (RM), contribuendo quindi a costruire una società migliore, come fortemente indicato e voluto dalla Comunità Europea."

Importante, su LHC , la parte economica e industriale. L'Italia ha dato un contributo di circa 480 milioni di euro in 6 anni per la costruzione di LHC. I ritorni industriali sono stati sempre comparabili, e in un anno anche superiore, alla spesa. Un cinquantina di industrie del nostro Paese ha partecipato alla costruzione di LHC, concentrandosi soprattutto sugli esperimenti che oggi hanno dato questi spettacolari risultati e in parte sulla costruzione dell'anello da oltre 20 chilometri di diametro. Competere su questi livelli, d'altronde, ha portato la nostra industria a essere leader in vari campi della tecnologia per le apparecchiature della cosiddetta Big Science. Il Bosone fa bene alla crisi insomma.

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