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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2012 alle ore 15:04.

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Ventidue ore di camera di consiglio per licenziare un verdetto da un miliardo di dollari. Un tempo da record: gli esperti si aspettavano di leggere la sentenza non prima della prossima settimana. Pare addirittura che il giudice Lucy Koh voglia controllare una a una tutte le schede che i giurati sono stati chiamati a compilare per decidere quali brevetti sono stati violati.

In meno di tre giorni ciascun membro della giuria ha risposto a 56 domande (divise in due documenti rispettivamente di 17 e 9 pagine). Forse troppo in fretta. Il merito, va riconosciuto, è tutto dell'esuberanza e dall'impazienza del giudice di origine coreane che non si fatta distrarre più di tanto dalle manfrine degli avvocati. Nella storia di questo processo resterà il sua esclamazione «ma vi siete fatti di crack?» rivolta al legale di Apple che aveva presentato 75 pagine di obiezioni. Ma la storia di questo non è ben lungi dall'essere finita. A settembre gli avvocati si dovranno incontrare ancora. Samsung ha presentato ricorso. E poi ci sono le cause in Germania e in Australia, più tutte quelle che seguiranno.

Tempi rapidi fanno bene al business - le perplessità dei tecnologi

Alcuni osservatori hanno però salutato con favore la gestione della Koh. Per una azienda soprattutto se quotata in Borsa la certezza dei tempi della giustizia evita rumors e speculazioni pericolose. Eppure, qualche dubbio su questo tipo di processi c'è. In primo luogo, anche in Rete in molti - soprattutto chi sa di tecnologia - hanno sottolineato quanto sia complicato distinguere tra ispirazione e riproduzione, entrare nella testa di designer di interfacce che progettano i prodotti di elettronica di consumo. Soprattutto quando parliamo di device che sempre di più integrano hardware e software in modo strettissimo.

Chi si ha ispirato chi?

Con ogni probabilità la giuria si è affidata al buon senso. Dal 2007, anno di debutto di iPhone i telefonini hanno incominciato a assomigliarsi in po' tutti in modo sospetto. Senza dubbi Apple ha definito la forma e l'interattività di una categoria di prodotti, quella degli smartphone: rettangoli dotati di display tattili che si controllano con un sistema a icone. Steve Jobs non si è limitato ai telefonini, come ricordano i culturi del mito Apple, avrebbee ispirato intere categorie di prodotti., tra cui lettori musicali (iPod), tablet (iPad) e ultrabook (Macbook Air). A sua volta però si è ispirata a qualcuno.

Se non fosse esistito Alan Kay, designer e tecnologo dello Xerox parc di Palo Alto, Steve Jobs non avrebbe lanciato l'interfaccia grafica e il mouse. In quel caso, però nessuno mise in campo gli avvocati. L'ispirazione fu pagata con un accordo extra-giudiziale tra Apple e il centro di ricerca. Questa volta, invece, anzi, in questi ultimi anni tutta l'elettronica di consumo ha scelto gli avvocati.

L'innovazione in tribubale

"Sarebbe stato meglio trovare un accordo cross-licensing – commentato Daniele Archibugi economista dell'innovazione ed esperto di proprietà intellettuale al Cnr -. Vista la fiera concorrenza che si stanno facendo sui tablet Samsung e Apple hanno deciso di risolvere le proprie controversie in Tribunale ma le conseguenze non saranno positive per nessuno dei due soggetti e soprattutto per l'ecosistema dell'innovazione. L'esistenza di giudizi paralleli in Corea e negli Stati Uniti indicano che siamo ben lontani da una armonizzazione della proprietà intellettuale, come richiesto dal 1995 con i Trips (accordi sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale ndr). Se alla fine sono i tribunali nazionali a pronunciare le sentenze, l'armonizzazione delle legislazioni si rivela perfettamente inutile".

Nel dettaglio Samsung e Apple si ritroveranno in aula da qui a breve anche in Germania e in Australia. L'innovazione, ha dichiarato a Wired America Steve Mitby,autore del libro "Illuminating Innovation: From Patent Racing to Patent War", procede per rari salti in avanti e più frequenti miglioramenti incrementali. Permettere alle aziende di prendere un buon prodotto e renderlo migliore o a più basso prezzo è un bene per i consumatori. "Ecco perché oggi a vincere sono solo gli avvocati". Ed Apple, of corse.

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