Dalle scarpe di Mercurio al materiale delle meraviglie: dieci idee e dieci facce di giovani inventori italiani

Irene Chirico

Si chiamano scarpe Hermes, si pensa al Mercurio alato del liceo. «Ci ha ispirato la Disney e il suo film Hercules. Ha presente le scarpettine che aveva Hermes nel film? Bellissime», spiega invece Irene Chirico, 19 anni da due giorni, la più giovane ricercatrice a Trieste, di Monsummano Terme, provincia di Pistoia. Due anni fa, Irene sa dalla sua professoressa di matematica che c'è il concorso Inv factor, è spinta a farsi venire un'idea che poi le viene facendo una passeggiata. «Quando mi è venuta non avevo PERò la minima idea di come realizzarla». La giovane inventrice coinvolge così tre compagne di classe, lavora con il Cnr di Pisa, lì trova un produttore, il signor Bartoli.

L'idea che le viene passeggiando in Toscana è una scarpa che recupera energia da noi prodotta camminando o semplicemente dondolando i piedi sulla sedia. «Il principio è quello di Faraday-Lenz, quello dell'induzione elettromagnetica - dice -. Si produce corrente sfruttando un solenoide nel tacco della scarpa così si provoca energia elettrica». Energia che, racchiusa in una scatoletta, «potrebbe essere usata per caricare il cellulare o l'iPod». La scarpa è stata pensata quando Irene era terza liceo, c'è già un brevetto e il costo aggiuntivo rispetto alla normale produzione delle scarpe è minimo, dice Chirico, oltre a evitare la produzione di 250 grammi di CO2 nell'atmosfera. Ci sono aziende interessate ma per ora non dice quali. Nelle stesse ore in cui parla della sua scarpa a Trieste, Chirico aspetta i risultati dei test d'accesso a ingegneria meccanica o dei materiali, prima scelta la Sant'Anna di Pisa, seconda il Politecnico di Torino dove è già entrata.