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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 23:41.

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Gli investimenti pubblicitari su internet in Italia segneranno entro l'anno un aumento del 12% rispetto al 2011. Inoltre, la previsione per il 2013 è di un incremento del 10%. Sono le stime dell'Interactive Advertising Bureau (Iab) che emergono dal convegno annuale a Milano, Iab Forum, dedicato alla "Digital Economy in Italia". Il quadro nazionale, invece, registra una riduzione tendenziale complessiva per le campagne promozionali dell'8,4% nell'anno in corso e dello 0,7% per il prossimo, secondo dati Nielsen.

Un focus è dedicato ai video online: raggiungono 89 milioni di euro di investimenti pubblicitari, con un aumento nell'ultimo anno dell'85% rispetto al 2011. E rivelano anche una trasformazione culturale in atto. Secondo Iab il 2,5% delle somme di denaro destinate alle campagne promozionali è passato dalla televisione ai diversi format di filmati disponibili su internet, in scia all'evoluzione degli interessi del pubblico. In particolare, emergono le catch-up tv e le tv on demand, con un incremento di audience del 750% negli ultimi due anni: al tradizionale palinsesto lineare si affianca un menu di programmi scelto dagli utenti. "Il video traina: è una traslazione di investimenti che arrivano dalla televisione. Negli ultimi due anni sempre di più ci si abitua a una fruizione di contenuti quando abbiamo tempo o ci fa piacere", osserva Simona Zanette, presidente di Iab Italia. Resta aperta la scommessa di definire currency accomunabili con diversi media. È in corso, ad esempio, il progetto 3Ms (Making Measurement, Make Sense). In Italia la penetrazione di internet è al 54%: resta indietro rispetto a Regno Unito (78%), Germania (77%) e Francia (71%).

Il web è un volano per l'economia. I dati Bcg mostrati durante lo Iab Forum indicano che le imprese "high web" hanno registrato un incremento di vendite dell'1,2%, rispetto alla riduzione del 4,5% delle imprese "low web": la differenza è del 5,7%. Le imprese "high web", inoltre, segnano un aumento del 14,7% delle vendite internazionali. La produttività sul lavoro cresce grazie a investimenti in ricerca e sviluppo (9,5%) e in ict (9,3%): diminuisce del 10,1%, invece, senza alcun sostegno economico all'innovazione. "Le pmi affrontano la digitalizzazione a rilento: in Italia sono molto piccole e a conduzione familiare, ma si vede una differenza con gli imprenditori di seconda generazione", ricorda Zanette. In particolare, nei primi otto mesi dell'anno l'export extra Ue è aumentato del 10,3%: il sistema manifatturiero traina grazie a un riposizionamento conquistato negli anni su prodotti di elevata qualità.

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