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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 10:30.

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Windows 8 dominerà il mercato dei computer da tavolo, confermando Microsoft regina indiscussa in questo segmento e, naturalmente, in quello dei sistemi operativi per pc. L’appunto che arriva da Forrester Research, nell’imminenza del lancio del nuovo software made in Redmond, rivela però anche una seconda verità presunta, e cioè il fatto che Otto non cambierà più di tanto gli equilibri in ambito mobile. In altre parole assisteremo a una generalizzata adozione di Windows 8 sui desktop aziendali, che si concretizzerà su larga scala nel 2014 dopo un’iniziale timida corsa all’aggiornamento, ma sui tablet la nuova piattaforma rimarrà un “semplice contendente” di quelle che oggi vanno per la maggiore, iOs e Android.
Gli analisti di Forrester hanno provato a riassumere le loro proiezioni in cifre e il quadro che ne è scaturito è il seguente: dei previsti due miliardi di dispositivi di personal computing che verranno venduti nel 2016, la maggior parte dei quali mobili, oltre la metà saranno motorizzati con i sistemi operativi di Apple e di Google.

Microsoft, nonostante una crescita costante in fatto di quote di mercato di Windows 8 e Windows Phone 8, dovrà accontentarsi di una fetta modesta, e precisamente del 27 per cento nei tablet e del 14 per cento negli smartphone.
L’avvento del nuovo sistema operativo è tornato in questi giorni anche sotto la lente di ingrandimento degli analisti di Gartner, che confermano in modo più approfondito la tesi accennata da Forrester citando al proposito pareri di alcuni esperti dell’industria hi-tech.
L’utenza aziendale è lo zoccolo duro di Microsoft e il passaggio al nuovo software sarà solo una questione di tempo. Al momento, però, gli addetti professionali non si dichiarano particolarmente attratti dalle funzionalità touchscreen, dall’interfaccia a mattonelle e dall’ecosistema di apps che Otto porta in dote. La realtà dice infatti che molte aziende non hanno ancora completato il passaggio da Windows Xp a Windows 7 e nel dettaglio è ancora del 41% la penetrazione del vecchio sistema operativo a livello globale su un parco installato di circa 1,5 miliardi di computer. Passare a Windows 8 implica necessariamente dei costi di aggiornamento dei sistemi hardware e di formazione per i dipendenti (oltre a quelli per l’acquisto delle nuove licenze o delle nuove macchine) e quindi è plausibile pensare che una buona parte di questa utenza metta a breve in preventivo una migrazione “ponte” a Windows 7.

C’è poi anche chi sostiene che Otto sia essenzialmente una piattaforma consumer, priva di sostanziali funzionalità di business aggiuntive rispetto a quelle garantite dall’attuale versione di Windows. Da Microsoft, in tal senso, la risposta è arrivata forte a chiara (a firma di Ron Markezich, responsabile dell’Enterprise & Partner Group): “i confini tra il consumatore e l'impresa si stanno confondendo. I nostri partner sono in attesa di Windows 8, che annulla il compromesso tra tablet e classico Pc”. Evidente come la società punti molto sul fenomeno della consumerizzazione dell’It e della rivoluzione Byod (Bring your own device) ma resta il fatto che l’adozione di un nuovo sistema operativo è un processo che, in seno alle aziende, richiede tempo. Servono infatti diversi mesi per testarne funzionalità e affidabilità) prima di procedere con la migrazione dell’installato e tale procedura verrà seguita anche con Windows 8.
La sua accoglienza, complice anche lo stato di recessione, sarà quindi in linea generale inizialmente tiepida e rimane da capire se più o meno rispetto alle versioni di Windows precedenti. Nella proiezione più negativa, gli analisti vedono solo una grande azienda su 10 pronta ad adottarlo da subito e una penetrazione sui pc aziendali in ambito enterprise che a regime potrebbe non superare il 20 per cento.

 

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