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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2012 alle ore 13:38.

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di Luca De Biase
I media e le conoscenze formano un intreccio nel quale ci si perde o ci si trova. La struttura mutante dei primi influenza le seconde. E viceversa. Si può soffocare per mancanza di accesso all'informazione come per eccesso di dati. Mail, social network, web, giornali, televisione, radio, cartelloni stradali, telefonate, sms, assediano di messaggi le vite quotidiane degli occidentali e inducono a lamentare l'information overload, il sovraccarico informativo, motivo di disattenzione o addirittura ignoranza. Ma d'altra parte i critici più socialmente avvertiti non cessano di combattere le varie forme contemporanee di esclusione, dal digital divide all'analfabetismo funzionale. «La conoscenza non è più quella di una volta» sorride David Weinberger, filosofo della rete, nel suo ultimo libro, "La stanza intelligente. La conoscenza come proprietà della rete", appena tradotto da Codice Edizioni.
In che cosa è cambiata la conoscenza? «Era un insieme di contenuti; ora è la stessa rete». Weinberger risponde gentile alle domande via mail, mentre il suo viaggio di ritorno a Boston dall'Italia, dove era stato per il Festival della Scienza di Genova, è dirottato a Londra per l'uragano Sandy. «La conoscenza era un insieme di "affermazioni" che ritenevamo vere, scegliendole tra tutte le affermazioni in competizione. Era un sistema che funzionava in modo da rispondere alle domande. Era immensamente efficiente. Queste proprietà della conoscenza erano anche le proprietà del mezzo che consentiva l'accesso: carta, libri, biblioteche. I vecchi media limitavano la dimensione della conoscenza. Il che era ragionevole perché fin dall'origine il nostro scopo era comprendere un vastissimo universo con i nostri piccolissimi cervelli». E la stessa gerarchia del sapere, dai dati alle informazioni, dalle interpretazioni alla saggezza, era un percorso nel quale agivano in parallelo le autorità garanti della correttezza delle conoscenze e i mezzi di registrazione e comunicazione.
«Ma oggi il nuovo medium della conoscenza è internet. E la conoscenza sta assorbendo le proprietà della rete. Ora la conoscenza può crescere senza limiti di dimensioni – perché non dobbiamo fare posto a una nuova informazione togliendone una precedente, come avveniva sugli scaffali delle biblioteche – e tutte le conoscenze possono essere linkate tra loro. Il che significa che non solo si pubblica ogni dato e qualunque idea, ma ciascun elemento è collegato a molti altri, in reti di discussioni e commenti. Sicché la conoscenza non è più un percorso lineare di domande e risposte, ma diventa una complessa galassia di link che inducono nella tentazione di cliccare in ogni direzione per non fermarsi mai».

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