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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2012 alle ore 10:28.

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Su Facebook al voto la privacy. Democrazia diretta per alzata di clickSu Facebook al voto la privacy. Democrazia diretta per alzata di click

Nella repubblica del Facebookistan si vota e i seggi verranno chiusi (forse per l'ultima volta) lunedì 10 dicembre. La questione è piuttosto intricata, cerchiamo quindi di fare un po' di chiarezza: Facebook chiede ad un miliardo di persone di pronunciarsi circa le modifiche pubblicate nella Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità (DDR) e quelle relative alle Norme sull'utilizzo dei dati che hanno fatto alzare la voce sia all' Electronic Privacy Information Center (EPIC) sia al Center for Digital Democracy (CDD), associazioni USA sensibili ai temi della riservatezza le quali, con un accorata lettera, hanno chiesto a Zuckerberg di rivedere le proprie decisioni.

La parte più importante di questi cambiamenti risiede proprio nell'esclusione della voce degli utenti; il diritto di voto è messo in discussione, in parole povere Facebook vuole riservarsi il diritto di introdurre qualsiasi cambiamento senza renderne conto a chicchessia. Suona come un'ultima chiamata e, a fare stato, sarà il quorum giacché sia per il DDR sia per la normativa sull'utilizzo dei dati serve almeno il voto del 30% degli utenti attivi: se questo obiettivo fosse centrato le preferenze espresse saranno vincolanti, altrimenti verrà assegnato loro solo un valore orientativo.

Altro punto che certamente desterà l'interesse dei difensori della privacy è la possibilità che Facebook condivida i dati delle utenze tra tutte le società che possiede (Face.com e Instagram, tanto per citarne alcune), ovviamente a scopi pubblicitari.

Ma chi lo dice che Facebook deve essere democratico? Negli ultimi tre anni il team di Menlo Park ha più volte chiesto agli utenti di pronunciarsi in merito a diversi temi, ottenendo peraltro pochissimi riscontri (al massimo 665mila), ha persino offerto agli utenti la possibilità – a difesa della privacy – di chiedere la cancellazione di fotografie in cui appaiono senza approvazione. Qualcuno ha fatto ricorso a questo servizio, certo, ma per non avere mostrato il proprio profilo migliore. Questioni fotogeniche e non di riservatezza.

Se non si raggiungesse il quorum (e 300milioni di utenti sono tanti) Mark Zuckerberg, Signore di tutti i social network ,potrebbe decidere di non rivolgersi più ai suoi sudditi. E chi è senza peccato scagli il primo mouse.

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