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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2013 alle ore 14:30.

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Va detto subito che Asus conosce l'"androide" meglio degli altri. Il sistema operativo di Google ha trovato nei taiwanesi un interprete efficiente ed esperto soprattutto quando sperimentano prodotti nuovi come nel caso del Padfone 2.

Lo smartphone che si trasforma in tablet (per meglio dire che si incastra con un "clac" dentro un tavoletta) monta Android 4.0 ma da dicembre si può passare a Jelly Bean. Con l'aggiornamento vengono risolti numerosi bug, primo fra tutti una maggiore fluidità nella riproduzione video e il miglioramento della messa a fuoco della fotocamera. Resta qualche problemuccio nella qualità audio e nell'adattamento della tastiera quando si incasta il telefonino nella tavoletta. Passare dal piccolo schermo a quello più grande non comporta la chiusura delle applicazioni. Ma funziona solo per quelle ottimizzate, durante la prova con le altre si sono verificate malfunzionamenti.

A grandi linee la "testa" del sistema è lo smartphone mentre il corpo è la docking station (cioè il tablet). Tra i due svetta il telefonino. Processore Qualcomm Snapdragon S4 quadcore da 1.5 Ghz, fotocamera da 13 megapixel, display 4.7 pollici HD da 1280 x 720 / 312ppi e Super IPS+ (550 nits). La traduzione di queste sigle è uno schermo che non eccelle rispetto ai concorrenti top di gamma iPhone e Samsung ma al tempo stesso non sfigura in termini di brillantezza.

Il vero pezzo forte è invece la potenza del chip. Applicazioni e giochi girano che è una meraviglia. L'altro vantaggio è la batteria che grazie alla Station Asus garantisce fino a 16 ore di conversazione, che salgono a 36 ore quando lo smartphone viene utilizzato con la PadFone 2 Station. La batteria interna permette sia di alimentare che di ricaricare il telefono una volta inserito nel suo alloggiamento. In questo modo l'accoppiata rende secondario il problema dell'autonomia che invece affligge un po' tutti gli smartphone superpotenti.

Meno interessante è il tablet. Display da 10.1" con risoluzione 1280x800, senza lo smartphone è un guscio vuoto. Il passaggio allo schermo più grandi si giustifica solo per quelle poche applicazioni che richiedono più spazio come la scrittura o il disegno. Ma da solo lo smartphone appare di per sè completo e competitivo. Il difetto però è il prezzo.

È vero che sono due prodotti in uno ma 899 euro sono tanti.

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