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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2013 alle ore 08:20.

Certo, l'idea dei «progressisti paritari» non poteva venire che a un figlio della Silicon Valley come Steven Johnson. «Tutti sono d'accordo – dice – che la Silicon Valley sia il cuore della tecnologia, un settore dell'economia americana che va benissimo. Eppure, nessuno si chiede il perché. Ma la risposta sta nell'originale adozione delle stock option per tutti i dipendenti e non solo per i manager, che ha fatto nascere a sud di San Francisco una cultura imprenditoriale condivisa. Senza contare che le PayPal, o le eBay hanno prodotto dozzine di milionari che col tempo sono usciti per creare le LinkedIn o le Twitter».
La nonna di Johnson che – racconta lui stesso – quest'anno compie cento anni, possiede e usa con soddisfazione un iPad. Forse ne è ignara, ma anche lei fa parte di un network. Nessuno sa dove ci porterà. Ma lontano di sicuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA In uscita.
Il libro di Steven Berlin Johnson, «Un futuro perfetto. Il progresso ai tempi di internet», Codice edizioni, 185 pp (19 euro)

Chi è
Nato nel 1968, Steven Berlin Johnson è scrittore e saggista statunitense. Scrive per New York Times, Wired, Wall Street Journal e Financial Times. È autore di numerosi libri, il più noto dei quali, «Everything Bad Is Good for You»(2005), è stato tradotto in italiano («Tutto quello che fa male ti fa bene» e pubblicato da Arnoldo Mondadori editore (2006) e spiega come la cultura popolare abbia accresciuto la società.

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