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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2013 alle ore 08:41.

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di Max Ciociola
Vi racconto il mondo visto dai Google Glass. Viviamo un mondo in cui come ha detto qualcuno in passato «We're always connected…but sometimes we're lost» Yes we're lost. Siamo persi. Nell'oceano di possibilità che i nuovi smartphone ci offrono, persi nel capire come massimizzare il guadagno da questi con le apps, persi nel leggere email, nel l'autolocalizzarci, persi nel mare delle Google Maps o peggio ancora persi sul serio in quelle di Apple. Google, al recente Google I/O di San Francisco ha stimato che il tempo medio passato sulle app è di 4 ore al giorno.
Il fondatore e CEO di Google Larry Page, nel lanciare i nuovissimi «Google Glass» in un pitch da brivido lancia il suo allarme «Sono stanco di perdere tempo a guardare il cellulare, a doverlo tenere spento a teatro, a doverlo tirare fuori dalla tasca per rispondere»
È il 10 maggio. Mi sveglio come ogni mattina alle 7, corsetta al parco e prima di mettermi in doccia faccio il solito checkmail sul mio Nexus4. Una mail dal subject strano mi colpisce
«Welcome Explorer. You've been selected for Google Glass Program». Il ritiro è durante il Google I/O a San Francisco, a ritirarli ci andrà per musiXmatch Francesco Delfino, co-founder e nostro evangelist. Quando li ritira in un'apposita stanza allestita a Mountain View per l'occasione, il tizio che si occupa della consegna chiede a Francesco una foto ricordo da scattare con i Glass. Francesco indossa gli occhiali per primo, parte così il primo sharing automatico su Google+ rigorosamente con hashtag #troughglass (scattato dai Glass) "Hello world" from #googleglass. In Italia sono le 18 del 16 Maggio, facciamo così il primo Hangout (la videochat della piattaforma di Google+) da Market Street, nel centro di San Francisco. Io connesso dal mio ufficio, Francesco dai suoi occhi. Una video conference in soggettiva, Francesco cammina per le strade di San Francisco, io seduto in ufficio, qualità audio perfetta, video molto buono, scattoso solo quando accellera il passo. I passanti che vedo dagli "occhi" di Francesco non sembrano meravigliarsi: loro Larry Page lo vedono in metro che indossa i Google Glass. Ma quando arrivano a Bologna i Glass è tutto diverso. Spendo i primi 10 minuti a guardarli, senza toccarli, ho il futuro davanti a me e voglio godermelo attimo per attimo.
Arriva il momento di indossarli. Il peso (100gm) non è quello di un comune paio di occhiali e il visore (risoluzione 640x360 a 16:9) è a destra realizzato con un piccolo prisma in plastica che proietta le immagini direttamente sulla tua retina. Una volta poggiati sulla testa, un sensore posto sulle staffe degli occhiali riconosce che sono stati indossati …….. l'audio si apre, lo schermo si accende, una voce non robotica e femminile sussurra in inglese: Benvenuto Explorer. Benvenuto nel nuovo mondo visto dai #GoogleGlass.

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