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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2013 alle ore 08:23.

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di Luca Tremolada
Quella del media center era un pallino di Bill Gates. Ne parlò diffusamente nel keynote del l'Electronic Consumer Show di Las Vegas del 2005 descrivendolo come una scatola da mettere sotto il televisore che avrebbe governato l'intrattenimento della casa, dai film alla musica ai videogiochi. Si rivelò un flop. Otto anni e due generazioni di Xbox dopo, Microsoft torna sullo stesso concetto, sviluppando e portando a compimento quell'idea di piattaforma multimediale definitiva che è stata a lungo una promessa disattesa. «In quegli anni era impossibile realizzare un media center come lo intendeva Bill Gates – sorride Phil Harrison, Corporate Vice Presidente di Microsoft e tra le menti più lucide di Redmond –. Oggi però ci sono tecnologie che prima non c'erano. C'è lo streaming per i film, il cloud per i servizi, i software e gli algoritmi per il riconoscimento del corpo e della voce. Tecnologie che ci consentono di passare da un contenuto all'altro istantaneamente semplicemente usando la voce».
Xbox One, presentata la settimana scorso a Redmond si accenderà con la voce, si governerà con le mani e con comandi vocali passando dal gioco alla diretta dei programmi tv via cavo, dalla navigazione internet ai film on demand, dalla musica alla televisione satellitare. L'interattività sarà gestita da Skype e da una nuova potentissima Kinect (che è la vera novità della console) che consentirà di giocare e chiacchierare contemporaneamente od organizzare conferenze online fino a quattro partecipanti e in Hd. «Tra televisione e utente nascerà una nuova relazione», chiosa il vice presidente.
Harrison la dipinge più semplice di quella che è. Ma non si nasconde dietro un dito perché per la prima volta Microsoft dichiara apertamente di non voler più accontentarsi di competere solo sul mercato dei videogame. Xbox One è la dimostrazione che la tanto decantata "console war", la guerra delle console è finita. A sei anni di distanza dal l'ultima generazione di macchine da gioco il mondo dei videogame è cambiato radicalmente. E quello che un tempo era un confronto tra Sony, Microsoft e Nintendo oggi si configura come confronto di piattaforme multimediali e di servizi chiamando in causa anche produttori di televisori, smartphone e tablet. Attori dell'elettronica di consumo come Samsung o Lg che assisteranno con non poco disappunto all'introduzione di una scatola che reclama per sé l'intelligenza dei televisori. Stesso discorso per broadcaster apparentemente irraggiungibili come Sky. Quando Harrison per articolare la vocazione televisiva di Xbox One accanto al l'offerta di contenuti on demand, film show e serie tv aggiunge canali americani come Cbs, Hbo ed Espn delineando nel futuro accordi su base nazionale con produttori di contenuti locali, non fa altro che mandare un messaggio neanche tanto velato a che di mestiere disegna e offre palinsesti televisivi.
Microsoft insomma non intende rinunciare a essere una piattaforma tv. Anzi, quando presenta una guida tv (OneGuide) integrata nella console e completamente personalizzabili, quando offre feature in grado di suggerire gli show più popolari o quelli preferiti dai nostri amici, o ancora quando insieme a un mostro sacro come Steven Spielberg inventa contenuti interattivi legati a una nuova serie tv dedicata al videogame Halo, Microsoft dimostra di voler giocare un ruolo anche come editore multimediale. Saranno fischiate le orecchie a chi come Apple, Intel e Amazon da mesi progettano il proprio ingresso nel mercato televisivo con una propria piattaforma di distribuzione. Quella di Microsoft sembra però configuarsi come un progetto diverso dagli altri. Per esempio, grazie a un accordo in esclusiva con la Nfl (National Football League) i giocatori indosseranno tecnologie made in Redmond, le partite di football mostrerano così statistiche che gli altri non hanno e si potrà giocare a simulazoni sportive sul modello del nostro Fantacalcio o creare una team Nfl personalizzato. Stesso discorso per il calcio: la promessa è quella di passare dalla visione di una partita al videogioco Fifa 14 aggiornando in tempo reale le statistiche del calciatore reale con quello virtuale. Viste dall'alto questi nuove feature delineano una idea di tv interattiva e ludica affascinante ma che dovrà fare i conti con il nodo dei costosissimi diritti televisivi e della disponibilità su base locali di contenuti premium all'altezza. Il fallimento della Google Tv docet. La vocazione televisiva della nuova Xbox One andrà quindi valutata alla prova dei fatti e con le dovute cautele.
Più concrete le scelte di design e i progressi compiuti su Kinect. Le specifiche hardware ricalcano quella della rivale Ps4 e delineano una macchina con una architettura simile a quella di un pc di fascia medio-alta. La periferica che rileva voce e movimento del corpo è stata finora la promessa mancata di Xbox. Soprattutto sotto il profilo videoludico. Nessun titolo ha davvero convinto il pubblico anche per le limitate potenzialità tecnologiche (alla Microsoft hanno promesso più di quanto erano in grado di mantenere). Con Xbox One la nuova Kinect è stata completamente riprogettata e potenziata. La demo mostrata all'Xbox Campus è stata particolarmente promettente. Il sensore sembra in grado di rilevare le espressioni del volto, analizza il colore della pelle e dal movimento del petto riesce a percepire il battito cardiaco. Unico neo una certa latenza che è ancora percettibile.

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