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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 19:05.

1999-2013, un'era geologica per il digitale. Napster prima, Napster oggi. Sul finire degli anni Novanta il sito di peer to peer sconvolse il mercato della musica. Offriva musica gratis (e illegale) per tutti e fu l'inizio del precipizio dell'industria discografica. Nel frattempo il mercato ha trovato nuovi equilibri, lasciando sul terreno circa il 50% del suo valore, e Napster torna, anche in Italia, con un servizio (legale) di streaming musicale.
Il servizio
L'offerta è molto simile a quella dei principali nomi dello streaming online: con 9,95 euro al mese si ha accesso a 20 milioni di brani su pc, iPhone, iPad o smartphone e tablet Android. E' inoltre disponibile come intrattenimento domestico nel sistema Hi-Fi wireless Sonos e in auto, con Bmw e Mini.
Da Napster a Rhapsody
Napster fu fondato a suo tempo da Shawn Fanning, John Fanning e Sean Parker, l'ultimo dei quali è ancora molto noto come imprenditore della Silicon Valley: ha contribuito alle fortune di Facebook e Spotify. Fu molto popolare al suo debutto, tanto da mandare su tutte le furie i Metallica, che nel 2001 fecero una maxi causa che ebbe molta visibilità. Il servizio fu interrotto e cercò di rinascere in varie forme, fino all'acquisizione da parte di Rhapsody International. Rhapsody in Europa è già presente, con il marchio Napster, nel Regno Unito e in Germania. Ora arriva in Italia e in altri 13 paesi europei: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Francia, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Olanda.
La corsa dello streaming
Il 2012 è stato un anno di svolta per l'industria del settore: nel mondo i ricavi sono tornati a crescere dopo il crollo iniziato nel 1999, anche se con un lieve +0,3% a 16,5 miliardi di dollari (dati Ifpi). Quanto all'Italia, secondo Fimi nel 2012 il fatturato dell'industria musicale è stato di 150,9 milioni di euro, in calo del 5% sul 2011. Il digitale vale il 24%, il mercato fisico il 55%. Corre lo streaming (+77%), che della torta digitale vale il 22%, cresce il download (+25%) per una quota del 61%, il resto abbonamenti.
I concorrenti: Spotify, Deezer, Apple
La rinascita della musica è iniziata con iTunes di Apple e ora ha trovato nuove strade con lo streaming. Tra i servizi più popolari ci sono Spotify e Deezer. Google ha lanciato da poco un servizio molto simile negli Stati Uniti, ma presto arriverà in Europa. Settimana prossima, durante un evento a San Francisco, dovrebbe toccare a Apple con il suo servizio iRadio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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