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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2013 alle ore 18:33.
I ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory presso il MIT hanno sviluppato una tecnologia che permette di individuare i movimenti delle persone anche attraverso solide pareti.
Risultati simili erano stati ottenuti in precedenza, ma sfruttavano segnali radar su frequenze riservate a usi militari. Il nuovo sistema, battezzato Wi-Vi, utilizza invece segnali radio a bassa potenza, del tipo usato per le comunicazioni delle reti Wi-Fi.
Quando un'onda radio colpisce un oggetto, in parte lo attraversa e in parte ne viene riflessa. Il comune radar è in grado di individuare la presenza di oggetti inviando segnali radio e captandone le riflessioni. In un ambiente chiuso, tuttavia, i riflessi sono così numerosi da non essere decifrabili. Il Wi-Vi riesce ad aggirare il problema usando due trasmettitori che inviano segnali identici. In una prima fase, viene rilevata l'eco dei due segnali. In una seconda, l'informazione viene usata per modificare i due segnali in modo che si interferiscano tra loro, cancellandosi. Se però tra una fase e l'altra un oggetto si è spostato, la cancellazione non sarà perfetta e ne risulterà un segnale non nullo. Questo rende possibile rilevare non solo la posizione di una persona in movimento, ma anche alcuni semplici gesti.
A differenza che in altri sistemi proposti in passato, che rilevavano il movimento usando batterie di ricevitori distanziati, qui è sufficiente un unico ricevitore, con diminuzione dell'ingombro e dei costi.
Le applicazioni più ovvie sono quelle militari e di ordine pubblico, per rilevare il numero e la posizione delle persone presenti all'interno di un edificio prima di tentare un'irruzione. L'equipe del MIT guidata dalla professoressa Dina Katabi, tuttavia, indica anche altre possibilità: l'individuazione di superstiti sotto le macerie di un terremoto, per esempio, ma anche la creazione di interfacce gestuali che non abbiano bisogno di un contatto visivo diretto con l'utente, per applicazioni domotiche o videoludiche.
A nostro avviso la tecnologia pone anche qualche problema di privacy. Non è rassicurante sapere che in futuro un topo d'appartamento o uno stalker potrebbe tenere sotto controllo i nostri movimenti anche all'interno delle mura domestiche.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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