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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2013 alle ore 13:46.

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La capsula di Hyperloop con i 3 passeggeri sistematiLa capsula di Hyperloop con i 3 passeggeri sistemati

La distanza fra San Francisco e Los Angeles è di 610 chilometri e la si copre in 30 minuti circa con 15 euro di biglietto. Tempi di attesa pari a zero per l'imbarco e non c'è orario, dato che si può partire ogni 30 secondi portando con sé bagaglio e, nel prossimo futuro, anche l'auto. Non è un nuovo treno, non ce la farebbe mai, né un aereo con un furbissimo nuovo sistema di imbarco.

È Hyperloop, l'ultima idea geniale di Elon Musk presentata ieri in Usa, che d'un colpo risolve il problema del propellente, non usa derivati del petrolio o gas e quindi un forte contributo alla diminuzione dell'inquinamento, e ai costi energetici complessivi ed è infine una benedizione per i viaggiatori, specie pendolari. Come funziona? Ricorda la posta pneumatica dei film americani anni '50 del secolo scorso: si entra in tre alla volta in una specie di grande barattolo, ovviamente comodissimo e sicuro. Questo viene inserito in una tubazione, sopra o sotto terra non è ancora definito, in cui viaggia su un cuscino d'aria spinto da un propulsore che prende l'energia elettrica dal Sole, grazie a migliaia e migliaia di celle solari poste sopra alle tubazioni.

L'avesse detto un'altra persona il tutto sarebbe stato catalogato nello scaffale "pazzi e varie", ma visto che si tratta di Elon Musk la cosa va presa molto seriamente, anche se lui ha già detto che non ce la fa a realizzare il progetto visionario, farà solo un prototipo e poi spera qualcuno lo potrà prendere in mano e svilupparlo. Anzi chiede anche critiche e suggerimenti.

Musk infatti, a 42 anni, ha già contribuito a inventare e realizzare PayPal, il sistema di pagamento principe per lo Web, l'automobile completamente elettrica Tesla model S. E infine Space la compagnia che, partita solo pochi anni fa fra i sorrisi di compassione di molti analisti, oggi ha contratti miliardari con Nasa per portare, con i propri razzi vettori e capsule spaziali, i rifornimenti alla Iss, la Stazione Spaziale Internazionale a 400 chilometri da Terra e guarda a Marte con l'occhio desideroso di conquista.

I commentatori si dividono come sempre in questi casi fra chi dice che l'idea è sufficientemente pazza per essere un successo che cambierà il mondo, in fondo che bisogno c'era del treno quando si andava così bene a cavallo, e chi lo vede come un prodotto di nicchia, come il Segway, il trespolo motorizzato a due ruote che doveva cambiare la nostra vita e che oggi si vede si e no in qualche grande piazza.

Non c'è molto altro da dire, anche se un documento tecnico di 45 pagine analizza in modo piuttosto dettagliato il progetto a un livello di pre-fattibilità che parla anche di costi, 6 miliardi di dollari per la tratta San Francisco Los Angeles contro i 70 necessari per ammodernare le ferrovie che porterebbero i viaggiatori in 2 ore e mezzo da una città all'altra, a 200 dollari. Detta così non c'è proprio storia e Musk, così come altri innovatori di prodotto o di metodo, da Sir Branson di Virgin a Jeff Bezos di Amazon, ci mostrano, e lo hanno provato, che bisogna pensare in modo completamente nuovo, non tentare continuamente di raffinare all'impossibile le tecnologie esistenti. La lampadina non è stata inventata perfezionando per secoli la candela, Musk lo ha capito bene.

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