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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2013 alle ore 15:42.

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(Reuters)(Reuters)

L'operazione sbarco in borsa di Twitter è finalmente partita. Dopo mesi di rumor e indiscrezioni, il colosso dei social network ha infatti avviato un primo giro di consultazioni con le principali banche di Wall Street per iniziare a discutere in concreto dei propri progetti di Ipo e indicare quali obiettivi intende raggiungere con la quotazione. Secondo quanto riporta oggi il New York Post, l'imperativo dei vertici di Twitter, in particolare del ceo Dick Costolo e del direttore finanziario Mike Gupta, è quello di evitare uno sbarco in borsa come quello di Facebook nel maggio del 2012.

Allora le banche avevano convinto Mark Zuckerberg a quotare l'azienda su livelli già molto elevati e il risultato è stato quello di un crollo del titolo nelle settimane successive tanto che a settembre Facebook faceva meno della metà rispetto a quattro mesi prima a 17,73 dollari ad azione. La progressiva risalita del titolo, che è tornato in questi giorni a riconquistare quota 38 dollari ad azione, ha tuttavia confermato ai vertici di Twitter che i mercati rimangono ben disposti nei confronti del social network e in particolare di Twitter, che nei mercati privati è valutato circa 10 miliardi di dollari.

In vista della quotazione, che dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2014, Costolo e Gupta hanno dunque spiegato ai rappresentanti del mondo bancario di voler una quotazione condotta all'insegna del basso profilo e con l'idea di fondo di arrivare a determinare un prezzo iniziale per le azioni che non sia troppo alto in modo da lasciar spazio al titolo di correre in borsa nelle settimane e nei mesi successivi. Il pricing potrebbe dunque non differire di molto da quello di 20 dollari che le azioni di Twitter hanno ora indicativamente sui mercati privati. Prima di varcare il Rubicone, i vertici di Twitter vogliono rafforzare ulteriormente il proprio modello di business affiancando alla raccolta pubblicitaria, che già concorre per oltre il 50% ai ricavi, anche servizi a pagamento come quello di "micro-messaging" che secondo le stime di eMarketer dovrebbe generare entrate per 582,8 milioni di dollari quest'anno e per circa 1 miliardo nel 2014.

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