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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2013 alle ore 15:47.

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La prima «fusione mentale» tra due uomini

Per la prima volta, due ricercatori sono riusciti a mettere in contatto via internet i rispettivi cervelli, in modo che uno dei due riuscisse a muovere la mano dell'altro.
L'esperimento è stato condotto presso il laboratorio sulla cognizione e la dinamica corticale (Ccdl) dell'Università di Washington dal professor Rajesh P. N. Rao con l'aiuto del professor Andrea Stocco (che è italiano, e nel suo curriculum vanta di essere nato "in una città a forma di stella chiamata Palmanova").

L'esperimento è stato condotto il 12 agosto. Rao si è seduto di fronte al computer e ha indossato una cuffia elettroencefalografica che rilevava l'attività del suo cervello. Stocco sedeva in una stanza diversa, dalla parte opposta del campus universitario. Sulla sua corteccia motoria sinistra, cioè la parte del cervello che controlla il movimento della mano destra, era stata puntata un'apparecchiatura per la stimolazione magnetica transcranica (Tms). Via internet, i segnali provenienti dal cervello di Rao venivano inviati a quello di Stocco.

Per verificare l'efficacia della connessione, si è utilizzato un videogioco in cui si doveva sparare a dei bersagli. Per giocare, a Rao bastava immaginare di premere il pulsante di fuoco (senza farlo sul serio), mentre a premerlo effettivamente era Stocco (che non vedeva lo schermo). Stocco ha detto di aver provato la sensazione di un movimento involontario dovuto a un "tic".

Di recente sono stati condotti esperimenti in cui i cervelli di due topi o quelli di un umano e un topo sono stati messi in contatto, ma questa è la prima occasione in cui si realizza un'interfaccia tra due cervelli umani, utilizzando tecnologie semplici e consolidate come l'elettroencefalografia e la Tms (che permette di stimolare i nervi senza contatto diretto, usando campi magnetici).
Stocco ha scherzato parlando di un esperimento di "fusione mentale vulcaniana" (un riferimento a Star Trek), ma i due scienziati sottolineano che il metodo non consente né la condivisione di pensieri, né il controllo del corpo altrui contro la sua volontà.

Questa tecnologia in futuro potrebbe consentire a un esperto di trasmettere a una persona i giusti movimenti per risolvere un'emergenza, o per apprendere un'attività come suonare uno strumento. I due ricercatori hanno ora in programma esperimenti per scambiare tra i cervelli informazioni più complesse e in modo bidirezionale.

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