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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2013 alle ore 17:36.

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Twitter e la Silicon Valley: il successo grazie agli imprenditori hi-tech

Pochi erano convinti che un social network avrebbe potuto raggiungere dimensioni globali con discussioni tra gli utenti frammentate in messaggi più corti degli sms. Eppure Evan Williams non ha esitato. Era uno sviluppatore software e aveva costruito una piattaforma per gestire blog venduta a Google. Incoraggia il prototipo di Twitter. Ha in mente un'evoluzione: il microblogging. Significa permettere la pubblicazione di brevi testi per condividere online dichiarazioni e opinioni. Come nel caso dei tweet.
La trasformazione è rapida. Trova presto una community di utenti nella Silicon Valley: è un'area della California diventata un pilastro nella distruzione creativa delle tecnologie digitali. Cerca il sostegno delle società di venture capital. E coinvolge anche altri imprenditori che attraverso internet hanno alimentato il loro successo con idee in anticipo rispetto ai tempi. È una strada percorsa da tante startup.

Creatività online
Dopo il debutto Twitter riceve il supporto del fondatore di Digg, Kevin Rose: aveva riunito una community impegnata a scandagliare i siti online e a raccogliere link. La sua storia racconta un'epoca. Non era uno sviluppatore software, ma aveva avuto un'idea: vara Digg con poche centinaia di dollari grazie al crowdsourcing e richiama una vasta platea. Partecipano ai primi passi di Twitter anche Jeff Bezos, amministratore delegato di Amazon, che è stato il pioniere dei colossi globali dell'ecommerce, e Marc Andreessen, cofondatore di Netscape. Inoltre fa parte del gruppo Dick Costolo, che diventerà il chief executive officer del social network. Molte startup hanno intrapreso un itinerario simile facilitato da un'elevata concentrazione nella Silicon Valley dei giganti di internet. Instagram è stata tra le prime applicazioni software ad abilitare la modifica delle fotografie con i filtri colorati: ottiene presto un investimento di 500mila dollari. Conquista in pochi mesi milioni di iscritti e a crederci sono alcuni imprenditori hi-tech come Jack Dorsey, cofondatore di Twitter.

L'espansione dei confini
Il social network che ha diffuso l'abitudine di conversare in micropost di 140 caratteri prosegue la sua corsa. Di recente ha varato un'applicazione software, Twitter #Music, per la webradio Spotify. È un volano della social discovery: propone agli utenti brani da ascoltare analizzando le tendenze nella piattaforma e gli interessi di un iscritto. Ricostruisce una bussola dove scoprire band che altrimenti avrebbero minore visibilità.

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