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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2013 alle ore 07:50.

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Missione Cygnus, la tecnologia italiana debutta nello spazio - Oggi il lancio della sonda - Foto - Video

Per la seconda volta, a distanza di pochi mesi, i "privati" americani mandano una missione tutta loro fino alla Stazione Spaziale Internazionale, ISS. Questa volta sarà la società Orbital che tenta l'impresa, oggi intorno alle 17 (ora italiana) dalla base Nasa di Wallops Island in Virginia. Il suo razzo vettore, Antares, porta alla sommità una capsula, Cygnus, con i rifornimenti per gli astronauti della ISS. Con Cygnus vola anche parecchia tecnologia italiana, che fa il debutto nel nuovissimo mondo dello spazio "privato", cui pochi anni fa nessuno dava troppo credito.

Thales Alenia Space, grazie all'esperienza accumulata in questi anni con la ISS, è in prima fila e i ritorni sono cifre a molti zeri, 260 milioni di euro, sicuri dato che Orbital firmerà un contratto per 9 voli al prezzo di 1.9 miliardi di dollari. Thales di esperienza ne ha tanta, sia per le capsule pressurizzata di rifornimento, gli ATV sviluppati per Esa, agenzia spaziale europea, che per tante delle parti della ISS, dai "nodi" a quel gioiello che è la cupola di osservazione da cui gli astronauti scattano le foto meravigliose del nostro pianeta che continuamente ci mandano. Ora il mercato dello spazio "privato" in USA sta letteralmente esplodendo e tutta questa esperienza vale un capitale da giocarsi.

Orbital non è la prima a sostituire le Agenzie statali nei rifornimenti alla ISS, c'è già riuscita la SpaceX di Elon Musk nei mesi scorsi con la sua capsula Dragon, già arrivata e tornata dalla ISS più volte. La differenza però è enorme: Cygnus è infatti una capsula usa e getta, dopo aver fatto il suo viaggio alla Stazione tornerà sulla Terra si brucerà nel rientro nell'atmosfera. Niente riusabilità, come invece è nei piani di Space X, e soprattutto niente trasporto di astronauti. La parte di spinta, in pratica i motori della capsula, sono sviluppati da Orbital mentre la parte pressurizzata è di Thales, che già aveva realizzato i mezzi di rifornimento precedenti, gli ATV, per conto dell'Agenzia spaziale Europea.

Il mercato privato non è tenuto a rispettare le regole non scritte delle grandi agenzie nazionali, e quindi ecco che Orbital ha fatto qualcosa di impensabile per Nasa o per i russi di Roscosmos: un minestrone di tecnologie, competenze e fornitori, non solo in Usa, ma anche in Francia, Germania, Spagna, Ucraina, Olanda e come detto, Italia.
Il vettore pare in perfetto equilibrio con motori e stadi propulsori a stato solido e liquido per assicurare sia potenza che manovrabilità, in parte russi e in parte americani, modificati per l'occasione. Porta fino a 5 tonnellate, sufficiente per il modulo cilindrico Cygnus riempito con i rifornimenti per la ISS, oggi 700 chili ma che arriverà fino a 2mila chili.

Dopo una navigazione di 5 giorni, Cygnus sarà agganciata dal braccio robotico della Stazione Spaziale, fornito dai canadesi, e agganciata alla porta Nadir del Nodo 2, altro elemento costruito da Thales Alenia Space.

La capsula Cygnus, porterà verso la Stazione Spaziale rifornimenti logistici e cibo per gli astronauti tra i quali c'è anche Luca Parmitano. Sarà proprio Parmitano, l'astronauta italiano dell'ESA ora in volo sulla ISS con la missione "Volare", ad aprire il portellone per accedere al contenuto della Cygnus. Dopo circa 30 giorni di permanenza alla Stazione, il veicolo completerà la sua missione sganciandosi dalla ISS.
Fa piacere pensare che il razzo Antares, con la sua capsula Cygnus, parte da Wallops, la base Usa da cui partì lo storico San Marco 1, il primo satellite italiano ad andare nello spazio. Allora fummo la terza nazione a spedirne uno, dopo Usa e Unione Sovietica.


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