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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2013 alle ore 10:52.

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(Reuters)(Reuters)

Motorola prima, poi Nokia e ora BlackBerry: tre marchi storici della telefonia mobile, tre icone dei cellulari fino alla fine degli anni 2000 hanno cambiato o cambieranno proprietà. Segnando inesorabilmente la fine di un'epoca dell'industria mobile, dove a dominare la scena non c'erano Google con Android ed Apple con i suoi iPhone e il telefonino non era l'oggetto così popolare che è oggi.

BlackBerry, salvo clamorosi dietro front, verrà rilevata da un consorzio con alla guida la canadese Fairfax Financial Holdings (già azionista al 10 per cento della compagnia) per un valore di 4,7 miliardi di dollari. E verrà ritirata dai listini della Borsa. Motorola Mobility fu acquisita da Google per 12,5 miliardi nell'agosto del 2011 mentre la divisione mobile di Nokia finirà nelle mani di Microsoft per 7,2 miliardi di dollari (la conclusione del deal è previsto per il 2014). Tre operazioni diverse nei termini e nelle modalità con le quali sono state e verranno perfezionate ma simili nella loro sostanza, che è quella di aziende dimostratesi incapaci di reggere l'urto del nuovo che avanza: gli smartphone e l'ecosistema di Apple, la forza commerciale e i prodotti di Samsung.

Trimestrale in profondo rosso
La domanda, fra le tante, che anima in queste ore la discussione fra analisti e addetti ai lavori è la stessa che rimbalzava dopo l'annuncio del passaggio di mano di Motorola e Nokia: che fine farà BlackBerry? L'ipotesi più credibile, già ampiamente dibattuta da settimane, è quella di una società più snella (con il taglio del 40 per cento della forza lavoro), più focalizzata sull'utenza business ed aziendale (addio quindi al mercato consumer) e più concentrata a fare utili che non a rincorrere quote di mercato.

Venerdi 27 settembre BlackBerry comunicherà i risultati del secondo trimestre fiscale: la perdita operativa è attesa nell'ordine del miliardo di dollari su un fatturato di 1,6 miliardi (rispetto ai 2,9 miliardi di ricavi dello stesso periodo dell'anno passato) ed è l'epilogo di una caduta che negli ultimi tre anni è stata costante e significativa, in termini di venduto, di base installata e ovviamente di market share. Per non parlare del livello di appeal del marchio, sceso ai minimi termini, del valore dell'azione sui lsitini (che ha peso il 94 per cento negli ultimi cinque anni, dopo il picco di 145 dollari raggiunto nel 2008) e dello scarso credito ottenuto sul mercato dai nuovi smartphone Z10, i primi a dotarsi della piattaforma operativa BB 10.

BB via dal mercato consumer, focus sul mercato enterprise
La sfida della BlackBerry che verrà è in estrema sintesi quella di abbattere i costi di struttura (l'obiettivo è quello di tagliare le spese operative del 50 per cento entro il primo trimestre 2015, dando il benservito a 7mila dipendenti nel complesso) e di ritagliarsi una fetta dell'immensa torta mobile puntando su prodotti funzionali al mondo enterprise, e quindi le grandi multinazionali e le aziende del settore pubblico e governativo. A differenza di Nokia e Microsoft, che obbligatoriamente devono invece continuare la battaglia anche sul fronte consumer, dove si sviluppano i grandissimi volumi. Va sottolineato, in quest'ottica, che la strategia annunciata dai vertici di Fairfax non è molto dissimile da quella, rivelatasi di fatto fallimentare, perseguita dall'attuale Ceo di Ceo di BlackBerry, Thorsten Heins.

Un vantaggio per Microsoft e Nokia?
Rubare spazio ad Apple e Samsung, tanto per Nokia quanto soprattutto per l'azienda canadese, si presenta come un'impresa tutt'altro che facile, per non dire titanica, visto il credito di cui godono su scala globale le famiglie iPhone e Galaxy presso manager, professionisti e consumatori.

Alle spalle delle due grandi rivali, questa semmai la novità, la sfida fra BlackBerry e Windows Phone per accaparrarsi la terza poltrona del mercato dei sistemi operativi sembra a questo punto definitivamente vinta dalla piattaforma di Redmond. In casa Microsoft, osserva ironicamente qualcuno, ieri hanno brindato e non per festeggiare i (seppur incoraggianti) nuovi risultati di vendita dei telefonini Lumia di Nokia. L'idea che l'azienda canadese sia di fatto caduta della torre, in coincidenza con l'annuncio della sua cessione, è largamente condivisa. Anche fra gli analisti. Per Carolina Milanesi di Gartner, per esempio, "Windows Phone è ben posizionata per sfruttare la debolezza di BlackBerry". E non è da escludere, come osserva Jan Dawson di Ovum, che molti utenti professionali delusi da quest'ultima possano ora guardare ai prodotti Microsoft (Nokia) per garantirsi una soluzione che in termini di produttività è per certi versi anche superiore all'offerta di Apple e Google.

Parliamo però di quote di mercato negli smartphone che al momento sono alquanto esigue, e precisamente di circa il 3,7 per cento (in salita) per i telefonini Windows e del 2,9 per cento (in discesa) per i BlackBerry. Al cospetto di iOS e Android, accreditati rispettivamente di una share del 13 e del 79 per cento, entrambi pagano dazio quanto a densità del catalogo di app ed efficacia dell'azione di marketing a firma dei carrier telefonici. Se è vero che le telco stanno cercando una seria altenativa alle due piattaforme regine, forse è arrivato il momento buono (per Windows Phone e di riflesso il marchio Nokia) di approfittarne. Mettendo definitivamente all'angolo BlackBerry e l'icona del telefonino da avere in tasca per gestire la posta elettronica in mobilità.

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