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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2013 alle ore 15:19.

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Wearable technology, un futuro che non può attendere


Tra i temi più caldi del 2013, legati al trend già emergente dell'internet degli Oggetti (meglio conosciuto come Internet of Things), spiccano, secondo il parere di molti analisti, il Wearable Computing e le tecnologie indossabili. Malgrado il numero considerevole di prodotti sul mercato e la diffusione di smartwatches, bracciali, occhiali ed altri oggetti connessi ad internet realizzati da grandi brand hi-tech, lo scetticismo delle aziende sul reale potenziale di queste tecnologie è ancora molto alto. Scetticismo che, in molti casi, è sollevato da aziende che non vedono in questa tecnologia una vera e propria opportunità, un miglioramento di performance o nuovi sviluppi di business quanto più una ulteriore problematica da gestire in termini di IT, sicurezza e privacy.
Studi e report di note compagnie di analisi internazionali, contrariamente alle opinioni di alcune aziende, vedono nel wearable la possibilità dello sviluppo del prossimo Next Big Think. Secondo un rapporto del 2012 di Juniper Research, infatti, il mercato dei dispositivi intelligenti indossabili, che verranno prevalentemente utilizzati nell'ambito dei pagamenti, del Fitness, della sanità e della salute, dell'Entertainment e nel mondo del fashion, supererà il miliardo e mezzo di dollari entro il 2014, con un incremento importante rispetto ai circa 800 milioni dollari dell'anno passato.
In un rapporto ancora più recente la stessa Juniper prevede che la vendita di prodotti wearable crescerà di dieci volte, raggiungendo i 150 milioni di dispositivi entro il 2018.
Già oggi molte aziende e professionisti, medici, addetti alla logistica e ai magazzini, professionisti che spaziano dalla moda all'entertainment, utilizzano occhiali o altri dispositivi connessi per aumentare e migliorare l'esperienza lavorativa e la connessione con il contesto in cui lavorano.
Ma non solo. Le tecnologie indossabili aiuteranno gli utenti a tracciare il tempo speso in attività, il regime di allenamento, la salute e le attività della routine quotidiana.
Oggi sono presenti sul mercato progetti in fase avanzata di sviluppo e prodotti alla ricerca di capitali su piattaforme di crowdfunding più o meno note, quali ad esempio KickStarter; tra i prodotti più noti citiamo i Google Glass, gli italiani Glass Up, lo smartwatch Pebble e il Samsung Galaxy Gear, lo Jawbone e il Fitbit, l'NFC Ring e l'HEXOSKIN.
Insomma, braccialetti che riconoscono l'impronta digitale per sostituirsi alle chiavi di accesso, braccialetti con sensore biometrico, tessuti con sensori integrati per la misurazione del battito cardiaco e della temperatura dei neonati, fino agli anelli o ai gioielli che contengono informazioni personali utili per il proprio outfit o preferenze di acquisto. Le possibilità di sviluppo sono limitate solo dalla fantasia.
Ma tecnologia in questo ambito non è solo quella indossabile: tra i trend su cui si pone una forte attenzione ci sono tecnologie integrate all'interno delle automobili o nell'ambito health e farmaceutico.
La crescita degli oggetti connessi ad internet, e dell'Internet of Things più in generale, alimenterà ulteriormente questa tendenza e l'adozione, da parte degli utenti e delle aziende stesse, di tali dispositivi.
Non sarà difficile immaginare che questo avverrà in diversi settori del mercato, modificando nel tempo il modo in cui interagiamo con il resto degli oggetti e dei dispositivi.

Fabio Lalli è coordinatore e mentor del programma Working Capital 2013 di Telecom Italia e Ceo di Iquii

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