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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2013 alle ore 15:35.
L'ultima modifica è del 14 novembre 2013 alle ore 15:37.
Un gruppo di fisici dell'Università di Austin, Texas, che include il professore italiano Andrea Alù, ha pubblicato un articolo in cui descrive la possibilità di creare un mantello dell'invisibilità attivo, efficace su uno spettro di radiazioni molto più ampio rispetto ai modelli passivi finora sperimentati.
Nel recente passato sono stati fatti molti tentativi di rendere un oggetto invisibile alla radiazione elettromagnetica, un risultato utilissimo in campo militare, ma che potrebbe avere anche molte applicazioni civili, per esempio nelle telecomunicazioni. La maggior parte dei modelli prodotti finora hanno fatto uso di metamateriali, cioè di materiali artificiali con proprietà non esistenti in natura, e che nel caso specifico reagiscono alla luce in modo insolito, facendola girare intorno all'oggetto invece che rifletterla.
Tuttavia lo stesso professor Alù, in un articolo firmato col dottorando italiano Francesco Monticone, sempre dell'università di Austin, ha dimostrato che non è possibile in questo modo ottenere un'invisibilità completa. L'invisibilità creata rispetto a una determinata lunghezza d'onda viene "pagata" con una maggiore emissione in un'altra zona dello spettro, al punto che complessivamente l'effetto è quello di rendere l'oggetto più evidente invece che farlo sparire.
In un articolo apparso su Physical Review Letters Alù, insieme ai colleghi Pai-Yen Chen e Christos Argyropoulos, descrive invece un sistema di invisibilità attivo, in cui la superficie di metamateriale verrebbe anche percorsa da un sottile strato di corrente elettrica, un metodo che teoricamente dovrebbe aumentare di un ordine di grandezza l'ampiezza dello spettro di radiazione su cui l'invisibilità ha effetto. L'articolo descrive questa tecnologia come "entro i limiti della realizzabilità pratica". Per vedere emuli di Sigfrido e di Harry Potter dovremo forse attendere ancora un po', ma la strada sembra aperta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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