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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2014 alle ore 07:29.

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Oggi, nel Regno Unito e unicamente per la sezione Annunci, è iniziato l'era delle monete virtuali anche per il sito di aste online più popolare del mondo. Dopo Zynga, che ha lanciato all'inizio di quest'anno una sperimentazione per le transazioni legate ai suoi popolari giochi, un'altra big del panorama Internet mondiale come eBay prova a cavalcare il fenomeno inaugurando una categoria denominata "virtual currency", in cui si potranno concludere acquisti tramite Bitcoin o una delle altre monete elettroniche disponibili.

Via le app per la moneta virtuale da iTunes
In casa Apple, invece, confermano di non gradire molto (eufemismo) la popolarità della nuova moneta digitale, soprattutto se utilizzata all'interno del proprio ecosistema dalle uova d'oro, e cioè iTunes. Tutte le app collegate in qualche modo ai Bitcoin, come Coinbase e CoinJar, sono infatti state eliminate senza preavviso dall'App Store.

Il provvedimento ha coinvolto anche Blockchain, il borsellino virtuale più amato dagli americani (presente da due anni nel negozio di Cupertino e con all'attivo circa 120mila download) che permette di acquistare prodotti sullo store di Cupertino inviando e ricevendo crittovaluta tramite lo smartphone e la lettura di Qr-Code. L'app installata sul melafonino si potrà ancora utilizzare ma senza più ricevere gli aggiornamenti.

L'ostracismo della società della Mela nei confronti della nuova moneta, questo va ricordato, risale allo scorso anno, sebbene le prime azioni coercitive siano iniziate di fatto solo pochi giorni fa. Apple non vuole che gli utenti di iPhone e iPad giochino con i Bitcoin e per questo ha rimosso dal suo markeplace le applicazioni per il pagamento elettronico in mobilità. Convinta, si dice, che il sistema non garantisca tutti i requisiti legali chiesti dalla legge federale.

Le parti colpite, per contro, sono convinte che la misura presa da Cupertino sia una mossa per stroncare la concorrenza in vista del già paventato lancio di un proprio sistema di e-payment mobile (iMoney?). E c'è chi, fra gli utenti, ha sodalizzato con gli sviluppatori di Blockchain distruggendo i propri iPhone e postando il video della singolare protesta su YouTube. Altri, più moderatamente, stanno pensando a una petizione per chiedere il ripristino dell'applicazione su Apple Store.

Chi non accetta i Bitcoin
Detto che il recente problema tecnico della piattaforma di trading MTGox ha generato alcune ore di panico nel sistema, bloccando momentaneamente i prelievi e facendo crollare rapidamente la quotazione del Bitcoin (poi risalita altrettanto velocemente), la presa di posizione del governo di Mosca va letto invece come una sorta di vero e proprio boicottaggio deliberato e meditato.

In Russia, questo l'assunto, l'uso di wallet elettronici è da considersi illegale a tutti gli effetti; i Bitcoin, più precisamente, non possono essere impiegati da nessuno, persone fisiche o giuridiche che siano. L'unica moneta corrente accettata è il rublo e sull'argomento le autorità sono state chiare: le aziende che forniscono servizi per lo scambio di moneta virtuale (anche in valuta estera) saranno considerate come potenzialmente coinvolte nella realizzazione di operazioni sospette, conformemente alla legislazione in materia di contrasto al riciclaggio dei proventi da reato e al finanziamento del terrorismo.

Negli Stati Uniti, per contro, si sta molto discutendo dell'opportunità di regolamentare i Bitcoin applicandovi le linee guida dei servizi finanziari, anche e soprattutto per evitare usi illegali. Il business della trasmissione di denaro, per cui è richiesta apposita licenza rilasciata dal Dipartimento del Tesoro, è rigidamente regolamentata e per prevenire qualsiasi tipo di attività legata al riciclaggio di denaro si muove nientemeno che l'Fbi. L'argomento, facile intuirlo, è Oltreoceano particolarmente delicato, mentre in Germania sembra possa prevalere una linea più accomodante, con il possibile varo di una norma che dichiari le crittovalute come "denaro privato" per potervi applicare oneri fiscali.

La proposta di Sel
Renderli illegali, proibirne l'uso a negozi online e fisici, vietare lo scambio tra Bitcoin e valuta locale, regolamentarle e promuoverle con leggi ad hoc: le misure che interessano le monete virtuali sono le più disparate ed anche in Italia c'è chi ha provato a ipotizzare un progetto normativo all'interno di Montecitorio.

A muoversi è stato in particolare l'onorevole di Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) Sergio Boccadutri, autore lo scorso mese di un emendamento al decreto legge "Destinazione Italia" che vorrebbe introdurre l'identificabilità del titolare effettivo del Bitcoin per transazioni superiori a mille euro e l'applicabilità delle disposizioni di antiriciclaggio.
L'obiettivo di fondo? Avviare un processo di riconoscibilità della crittovaluta al fine di agevolare la diffusione dei pagamenti elettronici. Nella sostanza anche le istituzioni, almeno potenzialmente, hanno capito che la popolarità e la diffusione di Bitcoin e simili (in Italia ancora molto limitata) non può essere lasciata senza regolamentazione.

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