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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 11:58.

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Prima che Facebook e Twitter, e poi anche Instagram, inglobassero ogni settore, il lato social dell'editoria su Internet era soprattutto Anobii. Una piattaforma di social reading capace di mettere in contatto milioni di utenti legati dalla passione per i libri. Poi, come detto, tutto finì nel calderone dei colossi californiani e Anobii diventò in fretta un canale per i veri affezionati, mantenendo comunque circa 300 mila utenti in Italia (Paese dove Anobii è più diffuso). Oggi, però, qualcuno si è ricordato del "tarlo della carta" e del suo milione di iscritti, e ha deciso di rilevare la società nata nel 2006 a Hong Kong da un'idea di Greg Sung.

Con un tweet postato questa mattina, Mondadori ha ufficializzato l'acquisto di Anobii, lanciando di fatto una sfida a se stessa: rilanciare il social network nativo dell'editoria e trarne dei benefici in futuro.

L'accordo stipulato a Segrate lascerà intatto il team attuale di Anobii (un po' come ha fatto Facebook con WhatsApp). Mondadori ha fatto sapere, infatti, che la squadra che attualmente lavora ad Anobii avrà «un ruolo centrale nel progetto per capitalizzare il prezioso patrimonio di conoscenza della comunità e delle sue dinamiche. Sono già previsti investimenti – hanno aggiunto da Segrate - per una nuova fase in cui, in breve tempo, Anobii raggiungerà i più elevati standard tecnologici e sarà dotato delle risorse necessarie per lo sviluppo di nuove funzionalità al servizio degli utenti».

«Siamo entusiasti - ha detto il fondatore di Anobii, Greg Sung - di entrare a far parte del Gruppo Mondadori che, con la sua storia editoriale, rappresenta la casa perfetta per Anobii. La nostra missione è da sempre quella di dar vita a una comunità dove i lettori di tutto il mondo possano condividere, approfondire e alimentare la loro comune passione per la lettura e i libri. Con questo accordo abbiamo finalmente le risorse per portare avanti questa missione in modo ancora più incisivo».

«Con l'acquisizione di Anobii, - ha invece sottolineato Ernesto Mauri, amministratore delegato del Gruppo Mondadori - la nostra strategia di sviluppo nell'area libri si concretizza con un'operazione che ben ne rappresenta le caratteristiche: i lettori al centro. Una piattaforma che ci permetta di ascoltare le persone è fondamentale per la crescita del digitale nei libri e per la costruzione della casa editrice del futuro'. Sono già previsti investimenti per una nuova fase in cui, in breve tempo, Anobii raggiungerà i più elevati standard tecnologici e sarà dotato delle risorse necessarie per lo sviluppo di nuove funzionalità al servizio degli utenti».

I costi dell'operazione sono ancora sconosciuti, ma di certo siamo lontanissimi dalle cifre alle quali ci ha abituato negli ultimi mesi Zuckerberg. Si tratta di un altro livello di business. Quella di Mondadori, però, pare una scelta decisamente oculata. E' tutta da scoprire, infatti, la reale capacità dei social network tradizionali (Facebook e Twitter) in termini di marketing editoriale. Molti esperti del settore sono convinti che Facebook non faccia vendere libri. Anobii potrebbe, invece. E Mondadori vuole provarci.

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