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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2014 alle ore 15:06.
L'ultima modifica è del 30 marzo 2014 alle ore 15:07.

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La sfida oggi è impedire che le macchine prendano il soppravvento sul fattore umano, aggiunge, occorre sfruttare le incredibili potenzialità della tecnologia senza farsi schiacciare dalla rapidità del cambiamento: «L'apprendimento umano richiede molto tempo, quindi si rischia di scegliere soluzioni facili per motivi di fretta. In pratica, la figura del musicista è a forte rischio di scomparsa, spazzata via dalla girandola di nuovi device e sintetizzatori. Oggi insegnare composizione elettronica è ancora più difficile rispetto al passato non essendoci mai il tempo di fissarsi su uno standard, si vive tutti nel randomico». Tirando le somme, se il visual performer tipo Daft Punk (e la post-chitarra Concept 909 ispirata a loro qui a fianco) è fantastico, vuoi mettere col fascino sprigionato dall'esecuzione live di un grande pianista? «Un concerto è uno spettacolo anche visivo: è deludente vedere una performance eseguita su computer, non si coglie la fisicità e non si capisce se sia il device a suonare». E riecco il dilemma: sono i musicisti che stanno diventando robot o i robot musicisti?

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