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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2014 alle ore 16:30.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2014 alle ore 11:07.

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La storia ha fatto il giro del mondo, ripresa da siti di tutti i generi, da blog tecnologici e non. Uno studente americano di 14 anni, Suvir Mirchandani, ha scoperto che, a suo dire, cambiando il carattere di stampa sui documenti ufficiali il governo Usa potrebbe ottenere risparmi nell'ordine dei 370 milioni di dollari l'anno.

Una "spending review" in piena regola, che il giovane ha prima sviluppato per la scuola di appartenenza (la Dorseyville Middle School di Pittsburgh), calcolando un ipotetico risparmio di 21 mila dollari l'anno, e poi "proposto", attraverso la cassa di risonanza della Cnn, all'amministrazione Obama. Ma davvero passare dalla font Times New Roman al Garamond, questa la soluzione a cui è giunto Suvir, abbatte i consumi di inchiostro della stampante e di conseguenza i costi? Sull'argomento hanno preso parola in tanti, e c'è chi mette dietro la lavagna l'illuminato studente. (Vota il tuo carattere preferito).

Il modello Suvir
Per arrivare a formulare la sua ipotesi, Suvir ha preso in esame campioni di dispense distribuite dagli insegnanti ai propri studenti e ha analizzato le lettere usate con maggiore frequenza (E, T, A, O e R, le più comuni della lingua inglese). Poi ha verificato la frequenza con la quale ogni lettera è utilizzata mettendo a confronto quattro diversi font tipografiche: Garamond, Times New Roman, Century Gothic e Comic Sans. Infine ha misurato, avvalendosi anche di un apposito software (APFill Ink and Toner Coverage Calculator), la quantità di inchiostro usato per ogni lettera.

Garamond, inventata nel 1530 da Claude Garamont e caratterizzata da tratti più sottili rispetto agli altri caratteri, è stata eletta la font più efficiente dal punto di vista dei consumi perchè richiede meno inchiostro in fase di stampa. Sottoposta la propria scoperta al Journal for Emerging Investigators, una pubblicazione creata da un gruppo di studenti di Harvard nel 2011, Suvir ha subito incassato il plauso alla propria idea ed è stato invitato a procedere con un altro caso reale, quello dei documenti governativi pubblicati online.
Considerando i costi di stampa annuali dell'agenzia General Services Administration, 467 milioni di dollari, il calcolo del possibile saving per le casse di Washington è stato subito fatto: 136 milioni di dollari, con altri 234 milioni di risparmi possibili nel caso i singoli Stati dovessero cambiare font secondo "il modello Suvir".

Chi è favorevole
Gary Somerset, responsabile della comunicazione del Government Printing Office, ha reso onore alla scoperta dello studente di origine indiana, che ha compiuto una ricerca a suo dire "notevole". Lo stesso Somerset non ha però mancato di rimarcare come gli sforzi del governo Usa siano focalizzati sul passaggio dalla carta al Web, e quindi sull'opportunità di ridurre le attività di stampa, peraltro già effettuate su carta riciclata. Va quindi anche detto che l'analisi di Suvir, prodigo anche di una frecciatina nei confronti delle cartucce di inchiostro ("costose il doppio di un noto profumo francese"), si basa su un campione di documenti online e non su quelli effettivamente stampati dall'agenzia governativa. Ed è di conseguenza un'analisi non scevra di punti deboli.

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