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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2014 alle ore 16:03.

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Il business dei pc
Le speranze di Lenovo di continuare a primeggiare nei pc sono legate, secondo Yang, anche alle "difficoltà" altrui: Sony ha venduto la divisione Vaio, Samsung sta lasciando il comparto desktop, Dell e Hp non sono più focalizzate sui pc come in passato. Ergo "ci sono enormi opportunità di crescita, di profitto e di innovazione". E così nei tablet, la cui domanda crescerà a due cifre ancora per cinque anni. Nei server, invece, Lenovo vuole intercettare le opportunità che nascono dalla riorganizzazione delle infrastrutture di back end, imposte dal cloud e dell'utilizzo pervasivo di Internet.

Gianfranco Lanci, di recente nominato Chief operating officer del Pc Business Group a livello Emea and Asia Pacific, ha ribadito in ogni caso come "i pc sono la fondamenta del successo di Lenovo, lo sono stati nel recente passato, lo sono ora e lo saranno anche in futuro". Al Sole24ore.com il manager italiano ha dettato (in esclusiva) anche altri imput: vogliamo mantenere lo status di pc company più grande del mondo, continuare crescere anno su anno e contribuire in modo sostanziale ai profitti della compagnia". Qualche numero? Il 47% del mercato dei personal computer, tablet esclusi, è in mano a tre vendor (Lenovo, Hp e Dell) e il 31% è catturato da tutti gli altri produttori di prima e seconda fascia. Per molti brand, dice Lanci, il futuro è incerto ma il mercato dei pc vale 200 miliardi di dollari e sviluppa un volume di circa 300 milioni di unità (stima 2014) che dovrebbe tornare ad incrementarsi già da quest'anno.

Perché Lenovo vince nei pc? Per il manager ci sono pochi dubbi: "perchè siamo una realtà veramente globale e abbiamo la migliore organizzazione a livello di operation, dal manufacturing alla supply chain, dalla distribuzione sul canale alla segmentazione dei mercati". E dove vuole arrivare? Anche in questo caso la ricetta è chiara: "dobbiamo minimizzare l'overlap dei prodotti e massimizzare la sinergia a livello di piattaforma d'offerta per catturare almeno un terzo delle vendite globali di computer, quota oggi già ampiamente raggiunta, sia nei desktop che nei notebook, in Cina. Nel 2014 l'obiettivo è salire a 60 milioni di unità spedite, dai 53,2 milioni del 2013, toccare il 20% di market share, dal 17% dell'anno passato, e contribuire con 2,8 miliardi di dollari ai profitti della compagnia".

Le ambizioni negli smartphone
Liu Jun, il nuovo capo mondiale del Mobile Business Group, ha fissato alcune bandierine per spiegare dove vuole arrivrare Lenovo in questo campo. Si parte cioè da un anno zero che è il 2011, in cui Lenovo aveva lo 0,1% del mercato mobile, e si arriva al 2013, in cui la società ha venduto nel mondo 50 milioni di telefonini e 9 milioni di tablet registrando una crescita anno su anno del 58% e del 400% rispettivamente.
Lo slogan è semplice: la strada da percorrere va da Est a Ovest, dalla Cina agli Usa passando per l'Europa. Il tutto, spiega Liu Jun al Sole24ore.com, grazie a un cavallo di battaglia che si chiama Motorola, "il nostro innovation engine, il terzo marchio più importante negli Usa e il primo in assoluto in Brasile e Messico". Il marchio con le alette farà da apripista alla conquista dei mercati occidentali (la società già vende i suoi smartphone nell'Europa dell'Est e in tutta l'Asia), il brand Lenovo dovrà supportare la crescita nei mercati emergenti con un portfolio completo, dai modelli low end ai top di gamma fino ai phablet, "un mercato che sarà sempre più importante".

"Stiamo trasformando la nostra offerta – ha aggiunto ancora il manager - da un design cinese a un design globale: oggi possiamo contare su 2.500 ingegneri attivi fra Stati Uniti e resto del mondo e 1500 in Cina". Senza dimenticare che Motorola ha portato in dote migliaia di brevetti e a questi si aggiungono i 3.800 relativi a tecnologie 3G e Lte appena rilevati da Nec.Tradotto in innovazione di prodotto, le nuove famiglie di smartphone saranno farcite di tecnologie biometriche, sistemi di imput/output basate sul riconoscimento di voce e gesti, display di nuova generazione, nuovi materiali.
La nuova bandierina che vuole piantare il colosso cinese, in buona sostanza, è quella che segna la piazzola del terzo player del mercato mobile mondiale. In tal senso, Liu Jun si dice convinto che i terminali della famiglia Vibe non hanno nulla da invidiare agli attuali smartphone hi-end (iPhone compreso) e che nella fascia media il concorrente più importante è sicuramente Samsung. Proprio la casa coreana ed Apple sono, nella vision del manager, i due marchi che faranno compagnia a Lenovo sul podio delle vendite nei prossimi tre/cinque anni. Con quale strategia? Della logica del doppio brand si è detto. Sulla questione piattaforme, soprattutto in orbita tablet, l'approccio è chiaro: Android è il sistema operativo di punta, anche se Windows Phone rimane un'opzione percorribile per alcuni prodotti. Il posizionamento, infine, è un'altra certezza: solo mercato consumer. Affermazione che rivela, forse, un'altra buona ragione per cui l'ipotesi di acquisire Blackberry – "un ecosistema troppo chiuso e un marchio meno conosciuto di Motorola", queste le parole di Liu Jun – è venuta presto meno.

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