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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2014 alle ore 18:42.

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La capsula Dragon della SpaceX che attualmente rifornisce la Stazione Sapaziale Internazionale di cibo, pezzi di ricambio e materiali per esperimentiLa capsula Dragon della SpaceX che attualmente rifornisce la Stazione Sapaziale Internazionale di cibo, pezzi di ricambio e materiali per esperimenti

«Se vanno avanti con questa storia delle sanzioni contro la Russia gli Stati Uniti dovranno mandare i prossimi astronauti alla Iss (la Stazione Spaziale Internazionale) con un trampolino». La battuta è stata pronunciata ieri da Dmitry Rogozin, vice Primo ministro della Russia, ed ha un tono più sprezzante che ironico, dato che la ISS sta a 400 chilometri di altezza e che solo la Russia ha, ora come ora, un razzo vettore per arrivarci, la Vostok. Hanno un peso quindi le sue parole, anzi il suo tweet spedito ieri pomeriggio dopo un'intervista, in russo, e quindi per il "mercato" interno, alla importante agenzia di news e televisione RT-Novosti. Rogozin afferma senza mezzi termini che più gli Usa insisteranno nelle sanzioni e più si accorgeranno di quanto la cosa si rivelerà un vero e proprio boomerang per loro. Ma forse le cose non stanno proprio così.

Questo nuovo atteggiamento russo, autorevole visto il personaggio, fa a pugni con quanto finora si pensava nel mondo delle imprese spaziali. Certo il problema c'è, i russi sono gli unici a poter portare navicelle spaziali abitate sulla ISS con il vecchio ma supercollaudato razzo vettore Soyuz, però la situazione sembrava tranquilla. Il 2 aprile il Presidente Obama aveva rassicurato che le ritorsioni contro la Russia per la questione ucraina non toccavano la Stazione Spaziale, che ricordiamolo, è stata costruita per più di metà della superficie abitabile da imprese italiane, Thales Alenia Space in testa. Nell'ultimo mese poi l'amministratore Nasa Charles Bolden si è premurato di confermare ogni volta che era necessario che tutto andava normalmente con la questione viaggi e rifornimenti per la ISS.

Pare evidente che non è proprio così e speriamo che questa sia solo una schermaglia perché la ISS, a parte la complessità e il costo, siamo sui 100 miliardi di dollari, è anche la maggior impresa tecnologica mai intrapresa e realizzata dall'umanità e, oltre ai due attuali contendenti, ci partecipa anche l'Europa, il Giappone e il Canada, per questo si chiama Internazionale.
Se intervista e tweet destano grande preoccupazione c'è chi dice che il boomerang tornerà, poveretti loro, ai russi, e anche lui non è certo un signor nessuno, bensì il Ceo di SpaceX Elon Musk, uno degli inventori della tecnologia Paypal e padrone pure della fabbrica di automobili elettriche Tesla.

Spacex già porta con successo alla ISS i grandi contenitori cargo Dragon e Musk si sta proponendo come figura di maggior rilievo nel neonato e già ricchissimo campo delle imprese spaziali gestite dai privati, anzi proprio nei giorni scorsi ha tenuto una conferenza stampa molto aggressiva contro il monopolio della aereonautica Usa sul diritto di lanciare razzi o autorizzarne il lancio.

Sempre con un tweet, @elonmusk, orami diventato l'arma prediletta della politica nei paesi industrializzati, annuncia "Ma quale trampolino per la Iss, è tempo di tirare fuori dagli hangar il nuovo Dragon MK2, sviluppato per Nasa". La nuova capsula, una volta omologata per il trasporto di umani, verrà montata sopra a un razzo Falcon 9, sempre di Spacex che già porta i cargo alls Tazione spaziale senza problemi. Probabilmente anche in Russia c'è il proverbio "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco"

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