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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2014 alle ore 16:24.
L'ultima modifica è del 09 maggio 2014 alle ore 21:10.
Nonostante tutto, il Bitcoin avanza. Proprio così, il destino della cripto valuta sembra segnato da una crescita inarrestabile. Nonostante il crack di Mt.gox, la piattaforma più conosciuta (e la relativa sparizione di milioni di dollari), nonostante un'oscillazione poco adatta ai deboli di cuore, nonostante gli accostamenti ai business sporchi del deep web (qui scrivevamo cos'è il deepweb), Bitcoin mette in cascina due nuove conquiste. Diverse e importanti allo stesso tempo.
La prima arriva direttamente dalla Federal Election Commission degli Stati Uniti. Con voto unanime, la commissione americana ha dato il via libera ai finanziamenti elettorali in Bitcoin. Una decisione storica, presa dopo un'interpellanza giunta alla stessa FEC lo scorso autunno. Da oggi chiunque potrà fare la sua donazione a un partito o a un candidato in Bitcoin. Il limite imposto, però, è abbastanza stringente: 100 dollari procapite. Un tetto necessario, essendo nel campo dell'anonimato. Donare Bitcoin, infatti, significa donare in forma del tutto anonima e irrintracciabile. E questo potrebbe trasformarsi in un vero e proprio schermo per eventuali finanziamenti illeciti a politici e partiti. Ma già in tanti giurano che con le dovute competenze informatiche sarà un gioco da ragazzi generare centinaia di profili bot per raggiungere comunque somme importanti. La norma approvata dalla Federal Election Commission prevede che il partito beneficiario della donazione in Bitcoin converta comunque il tutto in dollari, prima di versare la somma sul conto corrente ufficiale della campagna elettorale.
Gli stipendi in Bitcoin
Intanto la cripto valuta si fa largo anche nel campo dei salari. Chi di voi sarebbe disposto a ricevere il proprio stipendio in Bitcoin? In Usa qualcuno lo fa gi'. Da un'indagine condotta da Bitwage fra 150 aziende "Bitcoin-friendly", ben 18 hanno risposto di prendere in considerazione l'idea di adottare proprio Bitcoin per pagare gli stipendi ai propri dipendenti. Ma c'è di più. Quattro aziende hanno risposto che già offrono ai loro dipendenti questa soluzione.
Ultracopier, una società che si occupa di sviluppare un software per la copia di file, ha dichiarato: «Bitcoin è un sistema molto utile per tagliare le spese legate agli stipendi, specialmente quando si lavora a livello internazionale. Una transazione dall'Europa agli USA costa 30-50 dollari. Se c'è la necessità di un trasferimento dalla Bolivia a qualsiasi altro paese c'è una commissione del 30% per transazione. Si tratta di un taglio del 64% se si considerano tutti i costi in ingresso e in uscita». E se la rivoluzione di Bitcoin fosse solo appena cominciata?
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