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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2014 alle ore 22:11.
Si è aperta l'era dell'Armonia. Anche se il titolo Apple a caldo perde quota in Borsa e questo keynote di Tim Cook forse sarà il più sottovalutato della sua storia come CEO di Apple, la sostanza non cambia. L'erede di Steve Jobs, con uno stile molto più pratico e poco spettacolare del suo predecessore, ha presentato l'essenza della rivoluzione di Apple. E la sostanza non manca.
A fronte di un mercato che a quanto pare scommette sulla convergenza di piattaforme uniche, come il Windows "acchiappatutto" per telefoni, tablet e computer di Microsoft o l'Android di Google per telefoni e tablet, Apple mette in campo il concetto zen della Armonia. Che si traduce in una "continuità" fra le prossime versioni di iOs 8 (il sistema operativo per iPhone e iPad) e OS X (per Mac) che consentirà agli utenti di lavorare indifferentemente sull'uno e sull'altro, passando con grazia da una piattaforma all'altra, addirittura utilizzando le funzioni del telefono indifferentemente con l'iPhone o con il Mac.
Grazie alle nuove funzionalità che Apple ha presentato agli sviluppatori e che non hanno emozionato il pubblico di alcuni milioni di utenti che ha seguito la diretta via streaming internet organizzata da Apple durante il keynote che si è concluso da poco al Moscone Center West di San Francisco, dove per tutta la settimana seimila dei 9 milioni di sviluppatori di Apple si sono dati appuntamento.
L'ecosistema dell'azienda è vitale, con 800 milioni di apparecchi iOS in circolazione e 80 milioni di Mac, 1,2 milioni di app nello store scaricate 75 miliardi di volte. La velocità di Apple continua ad essere notevole e l'azienda ha presentato anche la struttura necessaria agli sviluppatori per costruire applicazioni per la salute e per la domotica che siano integrate fortemente con il sistema operativo e gli apparecchi di Apple.
Apple vuole che tutti i produttori di apparecchiature medicali e per l'automazione della casa utilizzino l'iPhone e l'iPad come cuore per la raccolta delle informazioni e per la gestione di tutto. E parimenti ha sviluppato un sistema per la gestione degli account familiari in modo tale che la spesa per le app sia sempre autorizzata dai genitori (in passato Apple e soprattutto Google erano finiti nell'occhio della magistratura americana per aver dato troppo poche informazioni circa gli acquisti di app da parte dei minori).
La mossa di Tim Cook è quella che definisce per la prima volta la Apple post-Steve Jobs. Lo stile della nuova guida è finalmente completo, le scelte strategiche (come l'acquisizione della Beats per 3 miliardi di dollari pochi giorni fa con lo scopo di aprire nuovi tagli di mercato e portare in casa competenze strategiche nel settore dei diritti musicali e video), le tipologie di tecnologie messe in campo.
Anche il team all'interno di Apple sta lentamente cambiando forma, con meno strappi rispetto a quello provocato dalla espulsione di Scott Forstall un paio di anni fa e invece con l'inclusione di una serie di dirigenti di altre aziende che portano competenze di vario genere, a partire dal settore retail e della moda, oltre al biomedicale.
Senza tanta enfasi, Apple manifesta per la prima volta l'intezione di cambiare la strategia impostata da Steve Jobs relativamente al cloud, andando verso un sistema più semplice e in diretta competizione con DropBox e il sistema di Microsoft e Google, anche se la casa di Cupertino ha scelto di dare pari compatibilità anche ai servizi della concorrenza.
È l'era dell'Armonia di Tim Cook, che ha una presa ferrea ma gentile sull'azienda e che intende esercitare il suo controllo calmo e progressivo anche sul mercato. Le premesse di questo keynote sono sotto tutti gli aspetti notevoli (c'è anche spazio per il tema attualissimo della gestione di apparecchi personali in ambito aziendale, al quale Apple offre una risposta forte e concreta), anche se riservate agli sviluppatori più che al grande pubblico commerciale tradizionale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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