ATENE - Il premier greco George Papandreou in un discorso televisivo trasmesso dall'isola di Kastelòrizo, nel Dodecanneso, la Castelrosso del film Mediterraneo, ha chiesto l'attivazione del piano di aiuti Ue-Fmi.

«Il paese è in una nuova Odissea», ha detto il premier facendo capire di non avere ormai altra scelta che quella di chiedere l'aiuto dei partner europei e del Fmi per un totale di 45 miliardi di euro. Probabilmente il piano sarà anticipato da un prestito-ponte, una treasury facility, un'anticipazione di cassa della Bce o dell'Fmi che avranno come garanzia i prestiti bilaterali dei 15 paesi euroepei dell'eurozona che ora devono essere approvati dai rispettivi parlamenti. La somma serve a fronteggiare la scedenza immediata del 19 maggio e dovrebbe ammontare a 11,3 miliardi di euro come anticipazione d'emergenza. Succesivamente non è comunque ancora esclusa una ristrutturazione del debito ordinata e volontaria e gestita dalle banche.

Immediata la reazione sul mercato del debito pubblico di Atene. Rispetto a questa mattina, il rendimento dei titoli di stato decennali ellenici è sceso dall'8,85% all'8,20%. Lo spread rispetto al titolo tedesco è ripiegato fino a 525 punti base per poi tornare a girare attorno a 580. Sicuramente la più penalizzata resta la parte a breve della curva: il rendimento del titolo di Stato a 5 anni rende il 9,44% e quello a 2 anni il 10,13% (mentre il 30 anni riconosce un rendimento del 7% circa). Il Cds, l'assicurazione contro il rischio default del Paese, sul cinque anni è sceso a 611 punti base dai 634 di ieri. L'attivazione dei prestiti consentirà alla Grecia di finanziarsi a tassi più bassi di quelli di mercato. Per i prestiti bilaterali dai paesi dell'Eurozona è di circa il 5%. Ancor più contenuto dovrebbe essere il tasso richiesto dal Fondo.

La Casa Bianca nel pomeriggio ha dato il suo appoggio al piano di aiuti finanziari alla Grecia. La exit strategy per lacrisi del debito greco è diventata uno degli argomenti centrali del vertice del G-20 iniziato oggi a Washington presso il quartier generale del Fondo Monetario Internazionale.

Anche la Germania si è detta nuovamente pronta a dare il proprio contributo di aiuti ad Atene in linea con la decisione del Consiglio Europeo, anche se con dure condizioni. Il cancelliere Angela Merkel ha dichiarato che il piano di aiuti sarà attivato «solo se la stabilità dell'euro dovesse essere minacciata nel suo complesso» e se il governo greco presenterà «un progetto economico credibile». La cancelliera ha insistito sul fatto che il governo di Atene dovrà sottostare a «condizioni rigide» sotto forma di un programma economico credibile per intervenire sul deficit pubblico, aggiungendo che al momento attuale «non è possibile dare informazioni sulla natura e sull'ammontare degli aiuti».

Secondo il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaüble, «il governo federale è pronto a dare il proprio contributo sulla base della decisione presa dall'Ue». Bruxelles potrà comunque prendere una decisione solo quando sarà stato raggiunto un accordo sul piano di ristrutturazione presentato dalla Grecia tra Bce, Commissione Ue e Fmi. «Siamo ancora in attesa di un risultato», ha aggiunto Schaüble, che ha comunque escluso decisioni di ampia portata già nei prossimi giorni. Certo, non prima delle elezioni regionali del 9 maggio.

Dal meeting del G-20 sul caso Grecia è intervenuto anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: «Se la casa del vicino prende fuoco, anche se è una casa piccola e la colpa è sua, non ti conviene fare finta di niente», ha detto Tremonti. Che ha aggiunto: «Devi dargli l'estintore perché se no il fuoco arriva anche a casa tua e non ti puoi illudere di non rischiare se la tua casa è più bella e più grande». Il ministro ha anche lanciato un appello alla solidarietà della Germania, invitandola a mostrare di essere un grande paese e di avere una visione aperta alla tutela dell'interesse comune.

Oggi le Borse europee hanno chiuso in positivo, a parte Atene, che ha terminato piatta. Giovedì sulla Grecia si erano nuovamente esacerbate le tensioni di mercato, dopo che Eurostat ha rivisto in peggio i dati sul deficit di bilancio del 2009 mentre l'agenzia Moody's ha abbassato di un gradino il rating che assegna ai suoi titoli di Stato. Balzo in avanti dell'euro a 1,3368 dollari dopo essere sceso fin sotto 1,3250, ai minimi da circa un anno. A sostenere l'euro anche i dati positivi sulla fiducia delle imprese in Germania. Le tensioni si stanno concentrando anche sul mercato del Portogallo, dove il rendimento del governativo a dieci anni è attorno al 5% e il Cds gira a 250-270 punti base. (ha collaborato Alberto Annicchiarico)

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