Agli Europei di Budapest una squalifica assurda gli aveva strappato dal collo l'oro conquistato in piscina appena uscito dall'acqua. E allora non sorprenda che Loris Facci questa medaglia mondiale raggiunta oggi nei 200 rana l'abbia conquistata con rabbia, incoscienza, grinta più che con logica e tecnica insomma. Tanta era infatti la voglia di dimenticare quel terribile pomeriggio magiaro, per "resettare" la memoria e ripartire da una splendida serata australiana verso Pechino 2008.
Arriva dall'erede del grande Domenico Fioravanti (primo uomo d'oro, insieme a Max Rosolino, del nuoto italiano, nei 100 e 200 rana proprio a Sidney2000) la settima medaglia azzurra di questi Mondiali. Sui blocchi di partenza le frecce tricolori sono in realtà due: insieme a Facci c'è Bossini, oro europeo e quarto ad Atene nel 2004, e assente a Montreal 2005 per un'appendicite che gli aveva impedito di scendere in acqua proprio a pochi giorni dai Mondiali: voglia di rivincita, insomma, ce n‘è da vendere, in acqua.
L'assenza dalla finale del campione americano Brendan Hansen - bloccato da un virus intestinale - fa però sentire subito odor di medaglia pregiata al giapponese Kitajima (lui sì erede fino in fondo di Fioravanti, vista la doppietta 100-200 rana messa a segno ad Atene dal nipponico). Scatta come un fulmine dai blocchi di partenza, Kosuke, e dietro gli vanno il canguro di casa Rickard e proprio Loris Facci, con Bossini che invece prova a restare a contatto con un passo più regolare. La coppia davanti prova a fare il vuoto, Loris accusa lo sforzo iniziale, il canadese Shanteau prova a inseguire il duo di testa ed è a lungo terzo. Poi però scoppia, e mentre Kitajima regola di classe Rickard gli azzurri finiscono in rimonta: Facci chiude terzo a quattro centesimi dall'argento, Bossini è quarto è resta ai piedi del podio.
Il bronzo alla fine è un bel premio per Loris («Ho lavorato duro quest'inverno per preparare questa gara e dimenticare Budapest: questa medaglia è la giusta ricompensa»), ma fa un po' arrabbiare il cittì azzurro Alberto Castagnetti («Ha esagerato all'inizio, troppo veloce il primo passaggio nel tentativo di restare attaccato al treno di Kitajima e Rickard; fosse stato più tranquillo, magari l'argento lo portava a casa», commenta bonario il tecnico).
Ma la delusione vera, in casa azzurra, arriva oggi dalla staffetta 4x200 stile libero maschile, una delle medaglie data per certe alla vigilia. Nella gara in cui Michael Phelps trascina gli Stati Uniti all'oro e al record del mondo (7'03"24; quinto oro, quarto record mondiale per il ragazzo di Baltimora qui a Melbourne) davanti ad Australia (il precedente primato era proprio del quartetto d‘oro degli "aussie", quello Grant Hackett, Michael Klim, William Kirby e Ian Thorpe, con 7‘04"66), Canada (trascinata dal neo mondiale sui 100 stile libero con Magnini, Brent Hayden) e Gran Bretagna, l'Italia è appena quinta. Bene in prima frazione con Magnini (secondo nella scia di Phelps), insufficiente con Busato in seconda, appena discreta con Cassio nella terza e in ripresa con Rosolino alla fine, la staffetta tricolore finisce però troppo lontana dal podio (7.12.31 il tempo finale).
Da segnalare che Ryan Lochte, uno dei 4 staffettisti americani con Phelps, Keller e Vanderkaay, era reduce dall'oro con record nei 200 dorso. L'americano ha fermato il cronometro a 1'54"32 (12" in meno rispetto al precedente record fissato dal connazionale Aaron Peirsol nell'agosto 2006); argento proprio a Peirsol, e bronzo all'australiano Rogan.
In campo femminile sono le regine australiane le assolute protagoniste della scena. Nei 100 stile libero splendida prova per Lisbeth Lenton che ha vinto l'oro con il tempo di 53"40. L'argento è andato all'olandese Veldhuis (53"70), brava a insidiare Lisbeth fino a quando è stato possibile. C'è rimasta di bronzo (e parecchio imbronciata sul podio) invece la tedesca Steffen (53"74), detentrice del record del mondo.
Nei 200 rana altro caso di arrivo ex-aequo. Leisel Jones ha vinto la medaglia d'oro . L'australiana (2'21''84, il suo tempo) ha battuto l'inglese Kirsty Balfour e la statunitense Megan Yendrick, argento in condivisione. A rimanerci parecchio male l'altra statunitense Coughlin, terzo tempo in vasca, ma che certo non si consolerà col quarto posto e la medaglia…di legno.
Ancora in casa azzurra, bene Alessia Filippi, entrata nelle semifinali dei 200 dorso col quattordicesimo tempo (2'13"03). Eliminati Elena Gemo nei 50 farfalla (17esima in 27"35), Lorenzo Vismara nei 50 stile (34esimo in 23"16) e Rudy Goldin nei 100 farfalla (28.mo in 53"66). Nella pallanuoto maschile, il Settebello ha battuto 6-5 la Germania e domenica sfiderà la Grecia per il quinto posto (a Montreal arrivammo ottavi). L'impresa invece l'ha fatta la Croazia che ha conquistato la finalissima battendo 10-7 la Serbia campione del mondo in carica.
