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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2011 alle ore 08:59.
L'ultima modifica è del 12 agosto 2011 alle ore 09:00.
Era molto strano, che fossero tutti così felici. Perché erano preoccupati, lo dicevano di continuo. La crisi. E poi andavamo spesso fuori città con la nostra macchina, la domenica, e non si poteva più. L'austerity. Non si poteva andare a fare gite fuori, era impossibile, si andava a piedi o in bicicletta, potevamo prendere un autobus ma per dove, e gli altri mezzi che circolavano erano solo di soccorso. La radio diceva che c'era il derby Inter-Milan, e che la gente andava a San Siro a piedi, e sembrava di essere tornati indietro di decenni. Nella sostanza, ogni città era rinchiusa nella propria città. E allora, mi chiedevo, perché eravamo così felici?
In quel momento, durante le ore di quella mattina, ebbi soltanto una sensazione imprecisa, netta e imprecisa - perché non sapevo riconoscerla bene. Mi sentivo parte di qualcosa, ecco perché ero felice. Sentivo che non eravamo solo noi cinque, sentivo che non eravamo solo la mia piccola città vicino Napoli, Caserta, sentivo che quelli a San Siro, noi, in altre città, in qualsiasi strada di questo Paese, tutti stavano passeggiando allegri, increduli, in mezzo alle strade. Mi sentivo parte di qualcosa, tutti ci sentivamo parte di qualcosa, e questa sensazione era più forte - ma questo l'ho capito dopo - perché stavamo facendo una cosa utile. Con le nostre passeggiate della domenica, con le nostre auto lasciate in garage, noi stavamo dando tregua all'economia del nostro Paese. Ognuno dava il suo contributo insignificante, ma lo stavamo facendo tutti insieme, e tutti gli insignificanti insieme diventavano qualcosa. Ognuno di noi lo stava facendo, in ogni angolo del Paese.
E allora mi arrivò addosso questa folata che presi al volo, una cosa precisa e sfuggente, ma che si piantò nella mia testa per pochi secondi: noi cinque siamo italiani, come gli altri. Io sono italiano. Per un attimo, sentii questo pensiero che si formò nella mia testa con precisione assoluta. E fui contento. Poi il pensiero svanì rapido come era arrivato. E cominciai a dire che volevo tornare a casa perché avevo fame.
I SENTIMENTI
Orgoglio
- Gli italiani sono meno stupidi di quanto suppongano i politici
- Gli italiani sono più intelligenti di quanto pensino quelli che decidono cosa devono vedere in televisione
- Gli italiani sono sportivi più talentuosi di quanto possa produrre in proporzione una nazione così piccola
- Gli italiani sono più uniti di quanto credano i leghisti
- Gli italiani sono più desiderosi di innovazione di quanto ci viene raccontato
Vergogna
- Gli italiani sono più vacanzieri di quanto vogliano far credere
- Gli italiani sono più furbi del necessario
- Gli italiani delle grandi città sono provinciali quanto gli italiani di provincia
- Gli italiani maschi sono più maschilisti di quanto possa essere sopportabile
- Gli italiani sono più ricchi di quanto dichiarano
CORREVA L'ANNO
1973
16 aprile
Rogo di Primavalle a Roma
Nella notte, alcuni aderenti all'organizzazione extraparlamentare di estrema sinistra Potere Operaio versano benzina sotto la porta dell'appartamento di Mario Mattei, segretario di una sezione dell'Msi nel quartiere romano di Primavalle: nell'incendio che ne segue muoiono carbonizzati due dei figli di Mattei, Virgilio, di 22 anni, e Stefano, di 10
17 maggio
Attentato alla Questura di Milano
Alle 11 del mattino, mentre si svolge la cerimonia in memoria del commissario Luigi Calabresi ucciso un anno prima, un grosso ordigno esplode in mezzo alla folla. Muoiono 4 persone, 52 restano ferite. L'attentatore, Gianfranco Bertoli, che si definisce un anarchico "stirneriano", viene immediatamente immobilizzato e arrestato
28 agosto
A Napoli scoppia l'epidemia di colera
L'epidemia è causata dal progressivo deteriorarsi delle condizioni igieniche e dal mancato smaltimento dei rifiuti; il focolaio si estende nelle settimane successive fino a Bari. Sul banco degli accusati salgono gli allevatori di cozze, che avrebbero smerciato frutti di mare coltivati in acque inquinate.
Alla fine si contano una trentina di morti
11 settembre
Colpo di Stato militare in Cile
Il generale Augusto Pinochet, alla guida dell'esercito cileno, prende il potere con un colpo di Stato, cingendo d'assedio il Palazzo presidenziale, attaccandolo via terra e bombardandolo con i caccia. Il presidente Salvador Allende, democraticamente eletto nel 1970, muore nel corso dell'attacco: la tesi ufficiale è che si sia suicidato
12 ottobre
Berlinguer evoca il compromesso storico
La proposta dal neo-segretario del Pci Enrico Berlinguer alla Dc per una proficua collaborazione di governo (aperta anche alle altre forze democratiche) viene lanciata con quattro articoli su Rinascita, come riflessione successiva al colpo di Stato militare in Cile: lo scopo è quello di mettere al riparo la democrazia italiana da pericoli d'involuzione autoritaria
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