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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2011 alle ore 08:06.
L'ultima modifica è del 16 novembre 2011 alle ore 07:33.

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Alberto Micalizzi (Imagoeconomica)Alberto Micalizzi (Imagoeconomica)

A questo punto facciamo un passo indietro. «Abbiamo cominciato adottando la strategia presentata a tutti i potenziali investitori, e cioé scegliendo alcuni tra i 300 più grandi titoli azionari appartenenti agli indici S&P500 ed Eurostoxx 600 e prendendo posizione in coppie di titoli, di cui uno era long e l'altro short», ci dice una persona che lavorava con Micalizzi. «Fino alla fine del 2006 abbiamo adottato quella strategia.
Poi abbiamo cominciato a passare alle opzioni quotate. I rendimenti erano migliori e pensavamo che l'uso dei derivati ci qualificasse come più di frontiera.

Poi sono arrivate anche le opzioni fuori Borsa, le cosiddette Over the counter, la cui valutazione era fornita dallo stesso Micalizzi. Fino a quando non si arriva ad abbandonare i titoli e fare solo opzioni Over the counter utilizzando una forte leva finanziaria, cioé con soldi prestati da banche come Bear Stearns, JP Morgan, Nomura e Natixis. A quel punto ho deciso di uscire».
Al Sole 24 Ore risulta che la svolta arriva a fine estate 2008. E in particolare a metà settembre, con il crack di Lehman Brothers, quando i mercati entrano nel panico. E crollano i valori delle opzioni Over the counter nel portafoglio dei fondi Dynamic Decisions. Micalizzi ammetterà poi ai liquidatori «di aver perduto circa 250 milioni di dollari in opzioni tra agosto e novembre 2008».

Anche dopo settembre, agli investitori continuano comunque ad arrivare solo notizie rassicuranti. In completa controtendenza rispetto al mercato, i risultati di ottobre, i cosiddetti Nav, registrano una crescita mensile tra lo 0,6 e lo 0,7%. La prestazione per l'anno supera il 6%.
Il 3 dicembre 2008 arriva agli investitori un'email con «le stime» delle performance dei fondi fino al 28 novembre. A seconda della valuta (c'erano fondi in dollari e in euro) il rendimento annuale viene dato tra il 6,9 e il 13,57%. Con tanto di spiegazione: «L'alta volatilità del mercato sta avendo un ruolo positivo sulla nostra strategia e in generale stiamo registrando un tasso di successo più alto della media».

Il 12 dicembre scoppia il bubbone Madoff. Con il ricordo ancora fresco della bancarotta di Lehman, gli investitori di tutto il mondo entrano in agitazione. E il rivolo di richieste di riscatto degli investimenti in Dynamic Decisions, iniziato con il crollo della banca d'affari newyorkese, diventa un fiume in piena.
In un'email del 28 dicembre ad amministratori e funzionari dei fondi, Micalizzi scrive: «Abbiamo alcune difficoltà nell'immediato... Banca Marche ha cancellato la sottoscrizione... le banche finanziatrici Nomura e Natixis stanno chiedendo di uscire... Nomura ci ha già mandato l'avviso di chiusura del rapporto, che entrerà in vigore l'1 gennaio... Natixis, che in questo momento sta fornendo una leva di 110 milioni, per contratto, potrà uscire entro 35 giorni... il fondo Rmf ha chiesto il riscatto dei suoi 60 milioni di dollari».

Aggiornamenti del 13 marzo 2018 e del 13 luglio 2022, qui riepilogati l’8 settembre 2023:
1) Il procedimento penale per truffa aggravata, nei confronti di Alberto Micalizzi, avente ad oggetto la gestione dei fondi inglesi Dynamic Decisions, già pendente davanti alla Procura di Milano, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, si è definito con sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, pronunciata in data 7 novembre 2017 dal Gup, Dott. Fanales.
2) In data 21 aprile 2022 la Corte di Cassazione ha prosciolto definitivamente il dott. Alberto Micalizzi anche dall’accusa residua di associazione per delinquere.

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