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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2010 alle ore 19:38.
L'ultima modifica è del 12 maggio 2010 alle ore 15:47.

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ROMA - Regole «incerte», norme «instabili». Con questo scenario sarà davvero difficile liberare la vera competizione nell'energia italiana, regalando finalmente ai cittadini e alle imprese prezzi "europei" di elettricità e gas. L'ennesimo allarme viene dall'Aiget, l'associazione dei grossisti e trader dell'energia, in un "position paper" che sintetizza i malumori e le richieste della categoria.

Malumori a tutto campo. Ad esempio per il recentissimo decreto che dovrebbe aprire alla concorrenza gli stoccaggi di metano e che invece – secondo l'Aiget - rischia di tagliare fuori proprio i grossisti e i trader dai benefici di un mercato metanifero che tenta di aprirsi. Malumori, poi, per il processo di adeguamento infrastrutturale della grande rete di trasmissione elettrica nazionale, che i grossisti considerano troppo lento sia nell'eliminare le congestioni che penalizzano soprattutto il Sud, sua nella perdurante incapacità di interconnettere a dovere le energie rinnovabili.

Proprio sulle rinnovabili si concentrano le critiche più decise per l'inaffidabilità delle norme legate agli incentivi e al sistema di penalizzazioni e valorizzazioni introdotto con il meccanismo dei certificati verdi. Ricorda l'Aiget che la legge "sviluppo" della scorsa estate (n. 99/2009) aveva disposto il trasferimento dell'obbligo di garantire le quote di certificati verdi dai produttori e importatori ai venditori di energia. Ne è seguito un gioco di proroghe sulla operatività del provvedimento. Che è stato infine cassato con un emendamento del Governo al decreto legge di fine aprile sull'autotrasporto.

Il meccanismo dei certificati verdi torna a essere quello di prima, complice un altolà della commissione Ue che aveva giudicato il trasferimento dei certificati verdi dalla produzione alla vendita incompatibile con l'obbligo di garantire pari condizioni all'energia importata e a quella prodotta in Italia. Sta di fatto che la vicenda riassume tutta la snervante e inaffidabile altalena delle nostre normative. Nell'energia, ma non solo.

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