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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2010 alle ore 17:18.
Giovedì scorso la sospensione, con l'accusa di aver ostacolato il percorso di un carrello robotizzato durante un corteo interno, oggi il licenziamento. È la sorte toccata a tre operai del reparto montaggio dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat, l'impianto dove si produce la Punto Evo. Per protestare contro la decisione dell'azienda, i tre operai licenziati - due dei quali delegati della Fiom - sono saliti sulla "Porta Venosina", un antico monumento situato a Melfi, nel centro storico. Si riaccendono, insomma, le tensioni dopo l'accordo su Pomigliano.
Emanuele De Nicola, segretario regionale della Basilicata della Fiom, ha annunciato che la manifestazione in programma venerdì prossimo, 16 luglio - con sciopero di otto ore anche nelle fabbriche dell'indotto - si svolgerà non più a Potenza ma proprio a Melfi. Un corteo raggiungerà la "Porta Venosina" partendo da una delle piazze principali della città.
Cremaschi, dopo Torino altri tre licenziamenti politici. «Rappresaglia dell'azienda contro gli scioperi sui carichi di lavoro». Questo il commento del segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi. «Dopo il licenziamento dell'impiegato Capozzi a Torino - prosegue - altri tre militanti della Fiom vengono colpiti dal fascismo della Fiat. Esprimiamo il massimo di solidarietà e appoggio, e facciamolo sentire in tutti i modi ai lavoratori colpiti. L'attacco della Fiat alle libertà e ai diritti non deve passare».
Diliberto, Sacconi blocchi subito «mannaia Marchionne». Altrettanto dure le dichiarazioni di Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI: «L'odiosa mannaia di Marchionne, che si comporta come un caporale del tardo '800, continua a colpire: il ministro Sacconi, Costituzione alla mano, non lo può permettere. Questo ennesimo scempio dei diritti dei lavoratori è il segno del decadimento totale di ogni principio e valore, tipico del berlusconismo che impera a più non posso».
Invita invece alla moderazione il presidente della giunta regionale della Basilicata, Vito De Filippo (Pd). «In un momento delicato come quello attuale - ha detto De Filippo - le posizioni della Fiat come del sindacato devono trovare una saldatura nelle esigenze del territorio. La Basilicata nella storia delle sue relazioni industriali e sindacali ha sempre saputo fare sintesi delle diverse posizioni, anche a seguito di confronti serrati. Siamo certi che anche questa volta sarà così, ma il senso di responsabilità di tutti deve spingere l'azienda ad operare con moderazione e ragionevolezza e il sindacato a non esasperare i toni - ha concluso il governatore lucano, attraverso l'ufficio stampa della giunta - facendo prevalere le ragioni del dialogo ed evitando scelte di rottura».