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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2011 alle ore 19:10.

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Il federalismo fiscale «non farà aumentare le tasse locali. È infondato parlare di questo». Al contrario le ridurrà sia numericamente, sia in termine di pressione fiscale. Lo ha ribadito il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, aprendo la relazione al Senato sul decreto legislativo sul federalismo municipale, così come richiesto dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo che la commissione bicamerale non era riuscita a licenziare un parere, essendo la votazione finale terminata 15 voti pari. «Si tratta di una riforma di sistema destinata a durare negli anni - ha aggiunto Calderoli - che punta a mettere ordine in un quadro caotico fatto da 18 tasse locali che vanno dall'Ici alla tassa sull'ombra». E soprattutto di cancellare «il criterio della spesa storica che per 35 anni ha penalizzato gli enti virtuosi».

Non è stata introdotta alcuna patrimoniale
Il federalismo fiscale, ha sottolineato Calderoli, rappresenta un «passaggio epocale dalla finanza derivata a quella autonoma», trasformando, per quanto riguarda il fisco comunale, in imposte autonome i trasferimenti per oltre 11 miliardi dello Stato agli enti locali ed è un «tassello fondamentale per raddrizzare l'albero storto della finanza locale». E dopo che questa operazione sarà stata completata si passerà anche ad affrontare «l'albero storto a livello centrale». Calderoli ha anche evidenziato i motivi per cui a suo avviso si può parlare di diminuzione delle imposte locali visto che la cedolare secca sugli affitti è al 19% e al 21% quando attualmente con gli scaglioni Irpef si può arrivare oltre al 40% e ha inoltre evidenziato la riduzione delle imposte sui trasferimenti. Calderoli ha sottolineato che «non è stata introdotta alcuna patrimoniale».

Riforma «per unire e non per dividere»
Calderoli ha poi evidenziato come il federalismo sia fatto «per unire e non per dividere il Paese». «È una riforma di sistema - ha detto - destinata a durare negli anni e per questo il governo ha cercato il coinvolgimento di tutte le forze politiche e dei comuni». Il ministro ha sottolineato come ci sia stato l'accoglimento di molte delle istanze di opposizioni e Anci durante l'esame del provvedimento e che «50 commi su 70 del provvedimento», hanno raccolto indicazioni in questo senso. «I comuni - ha aggiunto poi il ministro - attendono da tempo il federalismo municipale e ne hanno bisogno. Il termine del 31 dicembre scorso é già stato prorogato al 31 marzo, ma é chiaro che ulteriori proroghe, benché giuridicamente fattibili, devono essere evitate. Dare ai comuni certezze su risorse e tempi é
un esercizio di responsabilità da parte del Parlamento».

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