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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 18:28.

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«In seguito alla temporanea sospensione di alcune attività di produzione di gas naturale in Libia, la fornitura di gas attraverso il gasdotto Greenstream è sospesa». Lo ha annunciato l'Eni. Il gruppo ha confermato di essere «in grado di far fronte alla domanda di gas da parte dei propri clienti». Attualmente la Libia fornisce circa il 10% del fabbisogno italiano di gas.

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La sospensione dell'invio di gas dalla Libia attraverso il Greenstream non porterà problemi all'Italia «per molti mesi da adesso, poi arriva il periodo estivo e si abbassano i consumi, quindi siamo moderatamente tranquilli». È quanto ha affermato un portavoce dell'Eni intervistato da Sky Tg24. Il portavoce del gruppo petrolifero ha spiegato che non è possibile al momento prevedere quando riprenderà il flusso, perché dipende dall'evolversi della situazione in Libia: «Finché la produzione è sospesa - ha sottolineato - non possiamo inviare il gas in Italia. Tuttavia possiamo approvvigionarci con il gas russo, quello algerino e quello norvegese, quindi possiamo far fronte alla domanda con tranquillità per molti mesi perchè di gas ce n'è tanto» e «in questo momento» non è necessario ricorrere alle riserve. L'Eni smentisce quindi «categoricamente» quanto affermato nel pomeriggio da alcuni clienti (Edison, ndr), secondo cui il Cane a sei zampe non sarebbe in grado di assicurare il flusso richiesto. Quanto a eventuali boicottaggi alle strutture Eni da parte degli insorti, ha concluso, «al momento non se ne ha notizia».

Nel frattempo, il ministro del petrolio degli Emirati Arabi Uniti, ha detto oggi a Riad che l'Opec «è pronto, se necessario,ad intervenire per garantire approvvigionamenti sufficienti al mercato e contrastare i continui rialzi del prezzo del greggio scatenati dalla crisi».
La crisi libica sta facendo volare i futures sui prezzi del petrolio. A Londra il contratto sul Brent con consegna ad aprile è arrivato a toccare i 108,57 dollari per poi moderare il rialzo e attestarsi a 107,93 dollari. A New York i futures sul Wti sempre con consegna ad aprile (i contratti per marzo, quotati a 94,26 dollari, sono in scadenza oggi) sono saliti a 98,15 dollari al barile. A preoccupare i mercati è il timore che la rivolta possa contagiare dopo la Libia anche altri Paesi del Medio Oriente.

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